Delibere Enpacl: la replica della Cassa ai Ministeri vigilanti
Ampio dissenso per la mancata approvazione delle delibere. Dichiarazione 2020 differita al 30.11.2020
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L’Enpacl ha inviato una lettera ai Ministeri del Lavoro e dell’Economia e Finanze con cui ha espresso il proprio disaccordo sulle motivazioni alla base dei provvedimenti ministeriali del 10 agosto scorso, con i quali non sono state approvate le due delibere adottate dall’Assemblea dei Delegati dell’Ente il 23 aprile scorso, che avevano ad oggetto incisivi interventi di riduzione e dilazione dei contributi obbligatori 2020. Decisioni che l’Enpacl aveva assunto per fronteggiare la situazione emergenziale dovuta al diffondersi del Covid-19, al fine di attenuare la crisi economica che ha colpito in maniera rilevante anche gli studi professionali dei Consulenti del Lavoro. Nella replica al diniego dei Ministeri vigilanti, dovuto all’ “impatto negativo in termini di saldi di finanza pubblica”, che sarebbe stato determinato dalle decisioni assunte dall’Assemblea, l’Ente di previdenza ha precisato che “le minori entrate per l’anno 2020 che sarebbero derivate dall’applicazione delle delibere (quantificabili al massimo in 86,2 mln euro sui 206,6 mln euro previsti) sarebbero state ampiamente compatibili con il risparmio previdenziale accumulato nel tempo dagli iscritti, rappresentato da un patrimonio Enpacl (pari a 1,3 Mld euro circa) che riesce a coprire per 10,12 volte le pensioni in essere al 31 dicembre 2019 contro le 5 (peraltro al 31 dicembre 1994) richieste dalla normativa, e non avrebbero inciso sulla sostenibilità dell’Ente in termini di copertura previdenziale ed assistenziale nel medio e lungo termine. Sarebbe stato auspicabile – si legge nella lettera – ricevere dai Dicasteri la giusta attenzione politica e sociale piuttosto che un mero scrutinio tecnico, orientato al breve periodo, più precisamente “di cassa”, mortificando il senso dei provvedimenti adottati che – al contrario – hanno lo scopo di evitare difficoltà di lungo periodo all’Ente.
Dopo aver espresso, dunque, il più ampio dissenso per il metro di giudizio adottato dai Ministeri vigilanti, l’Enpacl, con una nota pubblicata sul proprio sito, ha comunicato che è stato differito al 30 novembre 2020 il termine per l’invio della dichiarazione (già in scadenza il 16 settembre), nonché del pagamento della prima rata della contribuzione 2020, con riserva di assumere ogni ulteriore iniziativa, compresi i diversi termini di versamento della contribuzione, utile a sostenere i Consulenti del Lavoro in difficoltà per la gravissima crisi, sia economica che finanziaria, generata e non ancora cessata per la situazione epidemiologica in atto. Tutti i Consulenti del Lavoro iscritti sono tenuti entro lunedì 30 novembre a:
- rendere tramite i ‘Servizi ENPACL on line’ la comunicazione obbligatoria del volume d’affari IVA e del reddito professionale 2019;
- effettuare il versamento di quanto dovuto per contribuzione soggettiva e integrativa, in unica soluzione o ratealmente, massimo sei rate mensili, in scadenza lunedì 30 novembre, mercoledì 30 dicembre 2020; venerdì 29 gennaio, venerdì 26 febbraio, martedì 30 marzo e venerdì 30 aprile 2021.
La procedura on line, previo avviso, verrà resa disponibile nelle prossime settimane.
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