Lunedì la scuola al via nel caos
Tra banchi segati a metà per rispettare il distanziamento, mascherine portate da casa, termoscanner non consegnati, alla fine la campanella che segna l'inizio dell'anno scolastico sta per suonare
Ma alla viglia dall’avvio delle lezioni, nel mondo della scuola romana vige l’anarchia. Come si è organizzata la vostra scuola per far fronte alle nuove regole dettate dall’epidemia di Coronavirus? Doppi turni? Didattica a distanza alternata? E i banchi monouso sono già arrivati? Per capire meglio come presidi, alunni, insegnanti e genitori, si stanno organizzando per affrontare un anno complicatissimo e pieno di incognite, vi chiediamo di raccontarci come si è attrezzato l’istituto che frequentate, quello dei vostri figli e nipoti o quello in cui lavorate.
Sarà un viaggio attraverso una scuola che resiste e magari si ingegna come nel caso dell’Ic Elisa Scala in via Nocera Torinese dove il banco monoposto è “fai da te”, ovvero preside e insegnanti hanno fatto segare a metà quelli vecchi. Oppure come hanno fatto alcuni istituti dell’area metropolitana che per aumentare gli spazi e quindi rispettare il distanziamento tra i ragazzi hanno allestito delle tensostrutture. Perchè si sa. questo è un Paese che nelle difficoltà, è capace di dare il meglio.
Ma importanti saranno anche i vostri racconti sulle tante cose che non funzioneranno. Vorremmo capire quali sono i vostri dubbi e le vostre paure per questa apertura, dove decisioni e disposizioni sono state lasciate in mano ai dirigenti scolastici. Che si sono lambiccati il cervello nel cercare di dare una quadra a un puzzle dove ancora mancano, purtroppo, dei tasselli. Costretti a fare i conti con i ritardi negli arredi e in alcuni casi con i lavori di ristrutturazione andate troppo per le lunghe. Problemi che si sommano ai tanti problemi che da sempre la scuola deve affrontare. Sarà un periodo complicato, questo è certo. Che rimarrà stampato nella momoria di tutti. L’anno del compito in classe con la mascherina in faccia, della ricreazione seduti al posto, della voglia pazza di ritornare al più presto ad abbracciare i compagni di classe.
© Fornito da La Repubblica
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