Referendum, perché no. In gioco c'è il futuro della democrazia rappresentativa
Se persone e organizzazioni così diverse scendono in campo sotto un’unica bandiera significa che quella bandiera è Tricolore. Significa, cioè, che in gioco ci sono principi superiori allo spirito di fazione e all’interesse di parte o personale.

Tra le tante falsificazioni operate dai sostenitori del Sì al referendum costituzionale, la più irritante è il tentativo sistematico del Fatto Quotidiano di ridurre i sostenitori del No a un pugno di vecchi arnesi della politica preoccupati solo di salvaguardare un presunto privilegio. Una rappresentazione così evidentemente falsa da risultare controproducente. È vero, semmai, il contrario.
Dal Manifesto al Giornale, dai Radicali alla Cei, dalle Sardine a Calenda, da Prodi a Berlusconi, da Roberto Saviano a Luca Bizzarri, da Nicola Porro a Corrado Formigli, da Carlo Rubbia ad Enrico Vanzina, da Luca Cordero di Montezemolo a padre Zanotelli, da Angelo Panebianco a Massimo Cacciari, dall’Anpi a Billy Costacurta, da Sabino Cassese a Carlo Cottarelli, dai giovani del Pd a Guido Crosetto, da Carlo Nordio a Luciano Canfora, dai giovani comunisti alla Fondazione Einaudi… Mai si era visto prima nell’intera storia repubblicana un fronte politico così ampio e variegato. Mai si erano visti prima tanti rappresentanti della cosiddetta società civile mettere la faccia su una battaglia potenzialmente persa.
A schierarsi per il No sono le personalità e le associazioni più disparate, altro che ceto politico attaccato alla poltrona come sostiene la propaganda di Marco Travaglio e del Movimento 5stelle.
Se persone e organizzazioni così diverse scendono in campo sotto un’unica bandiera significa che quella bandiera è Tricolore. Significa, cioè, che in gioco ci sono principi superiori allo spirito di fazione e all’interesse di parte o personale.
In gioco ci sono il futuro della democrazia rappresentativa, la funzionalità e la legittimità del Parlamento, la serietà della politica. Chi la racconta diversamente dice, consapevolmente, il falso. Menzogna analoga a quella di chi sostiene che un Parlamento delegittimato e amputato lavorerebbe meglio e attrarrebbe un personale politico migliore.
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