CONTE FIRMA IL NUOVO DPCM.
L’Italia sarà divisa in zone rosse, arancioni e verdi in base all’indice di rischio. Spostamenti vietati nelle Regioni più a rischio
Il premier Giuseppe Conte ha firmato nella notte il nuovo Dpcm con le misure anti Covid, che verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale questa mattina, dopo lunghe riunioni con i capi delegazione, incontri interminabili con le regioni, vertici continui del Comitato scientifico mentre il Capo dello Stato Mattarella interviene, senza entrare nel merito delle misure, per tessere la tela della collaborazione, con regioni e presidenti delle Camere: il lavoro per ultimare il nuovo Dpcm è stato il più estenuante e anche il più teso, tra i vari provvedimenti assunti per fronteggiare il diffondersi del contagio del coronavirus. Sulla spinta di dati sempre più preoccupanti – nelle ultime ore 28.244 contagiati, 353 morti e 203 persone in più in terapia intensiva – il premier Conte si è assunto la responsabilità di un Dpcm che introduce misure restrittive per le diverse aree a rischio. Attraverso la suddivisione dell’Italia in zone, la stretta dove è previsto «uno scenario di elevata gravità» (di tipo 3) e un altro di «massima gravità» (di tipo 4).
Nessuna discrezionalità, scatta un meccanismo automatico che porta ad un lockdown “selettivo”. Più stringente per Lombardia, Valle D’Aosta, Piemonte, Calabria. Solo un pò meno per Puglia, Liguria e forse Veneto e Campania. Con limitazione degli spostamenti e anche della mobilità interna. La lista dovrebbe essere completata nelle prossime 24 ore, le ordinanze – in base ai parametri sanitari e all’indice di Rt – del ministro della Salute valide per 15 giorni. Ma è chiaro che, di fronte alla volontà delle regioni di non decidere in maniera autonoma, la responsabilità politica ha deciso di assumerla direttamente il premier. Attuando non una chiusura generalizzata e puntando sul “coprifuoco” alle 22 (tesi di Iv ma l’ala rigorista chiedeva le 20 o le 21) per cercare di non bloccare le attività economiche. Ma i governatori si sono opposti, anche se con sensibilità diverse, visto che il presidente della Campania, De Luca, è d’accordo per la “linea dura”. I presidenti di regione lamentano di essere stati esautorati, invocavano misure omogenee, chiedono un confronto aperto con il Cts per capire come si è arrivati alla scelta delle differenziazioni tra regioni.
Aiuti subito, anche se i governatori – soprattutto quelli del centrodestra – chiedono pure l’esenzione delle tasse per tutto il 2021. La mano tesa potrebbe quindi arrivare sui ristori. «È indispensabile che, contestualmente all’emanazione del dpcm, vengano definite, attraverso un provvedimento di legge, l’ammontare delle risorse, unitamente – si legge nella missiva inviata dal presidente della conferenza Stato-regioni Bonaccini al premier e ai ministri Speranza e Boccia – a modalità e tempi di erogazione delle stesse, con le quali si procede al ristoro delle attività economiche che hanno subito limitazioni, sospensioni e/o chiusure». Il governo punta su un nuovo decreto legge da varare al più presto, in modo che venga garantita l’erogazione delle risorse per le misure economiche. E appunto fondi per le attività che subiranno le restrizioni dal nuovo Dpcm che dovrebbe illustrato dal presidente del Consiglio domani e andare già nelle prossime 24 ore in Gazzetta ufficiale. Misure che saranno valide dal 5 novembre fino al 3 dicembre. Ma lo scontro tra esecutivo e governatori resta e il leader della Lega, Salvini, accusa Conte di aver preso in giro governatori e sindaci.
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