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Nola, il Consiglio Forense proclama lo stato di agitazione dell’Avvocatura Nolana .

Con una nota il Consiglio Forense di Nola ha chiesto anche l’intervento urgente del Ministro della Giustizia, del Consiglio Superiore della Magistratura, del Presidente della Corte d’Appello di Napoli, del Consiglio Giudiziario di Napoli, nonché del CNF e dell’Organismo Congressuale Forense

Nola, il Consiglio Forense proclama lo stato di agitazione dell’Avvocatura Nolana .

ll Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola, riunito in seduta straordinaria in data 19.11.2020, ha deliberato di proclamare lo stato di agitazione dell’Avvocatura Nolana, riservandosi ulteriori e conseguenti iniziative da assumere, anche con il coinvolgimento delle Associazioni forensi previdenzialiste e di comunicare pubblicamente la situazione determinatasi tramite gli organi di stampa e i media.

Con una nota il Consiglio Forense di Nola ha chiesto anche l’intervento urgente del Ministro della Giustizia, del Consiglio Superiore della Magistratura, del Presidente della Corte d’Appello di Napoli, del Consiglio Giudiziario di Napoli, nonché del CNF e dell’Organismo Congressuale Forense.

Nel frattempo, il COA di Nola ha dato mandato a un legale per impugnare innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale il Decreto n. 144 emesso in data 30 ottobre 2020 dal Presidente del Tribunale.

Punctum dolens della questione denunciata dal COA di Nola è dunque il Decreto n. 144, ritenuto «ingiustificatamente lesivo dei diritti dei cittadini – come afferma il Presidente del COA di Nola, avv. Ciro Sesto – che si vedono privati sine die, in violazione anche del principio costituzionale del giusto processo (art. 111 Cost.), della possibilità di ottenere per via giudiziaria quei benefici previdenziali e/o assistenziali previsti dal nostro ordinamento già ingiustamente negati dalla pubblica amministrazione».

Il 3 novembre scorso, il COA di Nola, con una delibera assunta all’unanimità, aveva chiesto ufficialmente al Presidente del Tribunale la «revoca immediata del Decreto n. 144 dal 30 ottobre 2020, con conseguente emissione di provvedimento di proroga del provvedimento nr. 52/2020, fermo il successivo ripristino del decreto nr 26/2012 appena terminato il periodo emergenziale-sanitario». Da allora nulla è cambiato e ora si prospetta un braccio di ferro che prevede anche un’azione giudiziaria per chiedere l’inefficacia del provvedimento presidenziale contestato.

«La battaglia del COA di Nola – continua il Presidente Sesto – contro il Decreto n. 144 non è, come potrebbe apparire a prima vista, una presa di posizione a difesa della categoria, ma la denuncia di un grave danno perpetrato nei confronti delle fasce sociali più deboli della popolazione (disabili, invalidi, ecc.), ancora più grave se si considera il momento storico di particolare precarietà sociale ed economica in cui lo Stato dovrebbe essere ancor più sensibile e vicino alle istanze dei cittadini».

Tutta la vicenda trae origine dall’indisponibilità da parte dell’INAIL a utilizzare i locali siti in Nola, alla Via Amerigo Vespucci n. 20, per l’espletamento degli accertamenti peritali nell’ambito dei procedimenti di ATP, motivata dalla necessità di garantire la piena osservanza delle disposizioni governative “in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID 19”.

Di conseguenza, da marzo scorso, il Presidente del Tribunale ha disposto la sospensione dell’efficacia del precedente decreto – n. 26/2012 – fino al 31.10.2020, con autorizzazione all’espletamento delle visite peritali presso gli studi medici dei singoli CTU nominati.

Di recente l’INPS, con nota del 29.10.2020, ha rappresentato le conseguenze derivanti da tale provvedimento, in quanto il mancato svolgimento delle operazioni peritali presso locali comuni aveva reso estremamente difficoltosa la partecipazione dei consulenti dell’Istituto alle operazioni tecniche presso i numerosi e diversi studi medici dei CTU di volta in volta nominati, con la conseguenza che nell’arco temporale che va da marzo a fine ottobre 2020, il numero delle partecipazioni dell’Istituto previdenziale si è ridotto a soli 66 casi, a fronte di una partecipazione dei medici dell’Inps agli accertamenti peritali, nel corso del 2019, pari a ben 1279.

A far saltare sulla sedia gli Avvocati del Foro di Nola è stata la decisione del Presidente del Tribunale avvenuta il 31 ottobre scorso, con il Decreto n. 144, che, alla luce della situazione rappresentata dall’Inps, disponeva che «saranno consentite le visite peritali nell’ambito dei procedimenti per ATP presso i singoli studi medici professionali dei CTU limitatamente agli incarichi peritali conferiti fino al 31.10.2020».

Una sospensione delle visite peritali ATP presso gli studi medici professionali dei CTU fortemente avversata dal Consiglio Forense di Nola, che ritiene inaccettabile che una difficoltà organizzativa che riguarda la pubblica amministrazione, si risolva nella negazione di un servizio pubblico, con gravi ripercussioni in capo ai cittadini e agli operatori del diritto.

 

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