Servono aiuti per gli avvocati
L’Ocf invia un documento al premier e ai ministri
I professionisti sono le categorie più colpite dalla pandemia. in particolare «gli Avvocati, che nel 2020 hanno subito il blocco quasi totale dell’attività giudiziaria, hanno dovuto lottare per evitare la totale paralisi della Giustizia che avrebbe portato alla negazione delle tutele dei cittadini ed hanno dovuto chiedere di esercitare la giurisdizione in sicurezza e nella salvaguardia del diritto alla salute, con pari dignità rispetto ad altre categorie». Così in una nota (allegata) l’Ocf (Organismo congressuale forense) nel richiedere misure immediate di sostegno economico e fiscale e l’avvio di un tavolo “tavolo governativo unitario”, in un documento indirizzato al premier Conte ed ai Ministri Bonafede, Gualtieri e Catalfo.
La premessa è che gli studi professionali costituiscono nel complesso ben il 12,5% del Pil nazionale. Le previsioni sulla crescita, secondo i dati della nota indirizzata al governo, per il 2021 oscillano tra il -10 e -15% con punte intorno al 20% per le attività di consulenza ed assistenza legali (fonte bollettino ISTAT secondo trimestre 2020). Anche la Cassa Forense ha stimato nel 2020 una diminuzione di reddito della categoria di circa il 20% rispetto all’anno precedente e nella relazione al Bilancio di Previsione 2021 ricorda l’accesso al c.d. “reddito di ultima istanza”, finanziato dal Governo tramite le Casse di Previdenza dei professionisti, definendolo enorme (la presentazione di oltre 144.000 domande, di cui quasi 138.000 di avvocati con redditi sotto i 35.000 euro). Oltretutto non sono a lungo temine le determinazioni adottate dall’Esecutivo nel dl 137 all’esame del Parlamento, invece «appaiono fondate su un’ottica limitata (occasionata dalla presenza di provvedimenti restrittivi per talune attività) mentre allo stato si deve prendere atto che la limitazione nelle attività è endemica, cioè generalizzata e fluida in quanto connessa con il presentarsi delle necessità di quarantena e di isolamento fiduciario anche nelle categorie economiche non colpite dalle vere e proprie limitazioni ed al di fuori delle c.d. zone rosse, peraltro suscettibili di modifiche in base all’andamento della pandemia».
In sintesi, le proposte di emendamento ad decreto legge ristori bis, riguardano: credito d’imposta per i canoni di locazione degli immobili: in questo senso anche gli studi professionali vanno inseriti nella cancellazione della seconda rata IMU. Agli stessi toccherà il bonus baby-sitting per le regioni zone rosse. Per quanto riguarda il fisco, le modifiche vorrebbero estendere alla rottamazione il meccanismo stabilito per i versamenti in autoliquidazione rinviati a cagione dei primi provvedimenti emergenziali poiché serve «ridurre la quota da versarsi in unica soluzione (attualmente, prevista, nel 50% per talune tipologie) al 25%, visto il protrarsi delle difficoltà e per evitare l’accavallarsi delle varie scadenze, ordinarie e rinviate».
Per gli avvocati è necessario, infine, che la riscossione dei tributi, sia in autoliquidazione, sia come riscossione esattoriale vera e propria, «venga articolata mediante un sistema che eviti l’accavallarsi di scadenze». In caso contrario «si determinerà una situazione generalizzata di decadenza dalle rateizzazioni e dalle forme di “pace fiscale”, prima fra tutte la c.d. rottamazione, per la quale non è previsto alcun margine di tolleranza in relazione al 10 dicembre prossimo».
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