Sottodimensionati e stressati: medici e infermieri italiani a rischio collasso
La Fondazione Studi CdL fotografa la già difficile situazione di chi oggi lotta contro la pandemia
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Sovraccarichi di lavoro, sottodimensionati e con la preoccupazione di contagio, aggravata dalla presenza di un personale non più giovanissimo. E, ancora, l’elevata presenza di donne sottopone la gran parte del personale allo stress derivante dalla crescente difficoltà di conciliare gli equilibri vita-lavoro. È quanto emerge dal report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Medici e infermieri, tra sottodimensionamento degli organici, rischi alla salute ed esigenze di conciliazione” che fotografa le fragilità del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), che da quasi un anno è alle prese con l’emergenza sanitaria da Covid-19. Al già complesso quadro si aggiungono poi alcune considerazioni strutturali: innanzitutto, il blocco del turnover, che ha portato ad una drastica riduzione nell’ultimo decennio delle figure sanitarie, con notevoli differenze tra le Regioni e con cali significativi nel Mezzogiorno. Il blocco delle assunzioni ha comportato, inoltre, un innalzamento significativo dell’età media del personale in forza: negli ultimi 10 anni la quota di medici in forza nel SSN con più di 59 anni è passata dal 7,3% al 28,5%, mentre quella degli “under 50” è scesa dal 41,8% al 38,1%. Anche tra gli infermieri, popolazione tendenzialmente più giovane di quella medica, si registra una simile tendenza: passa dal 32,7% al 46,3% la quota di chi ha più di 50 anni, mentre resta tendenzialmente stabile quella dei giovani, con meno di 35 anni. “Le professioni sanitarie – dichiara il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca – sono oggi sottoposte a una grandissima pressione. Su queste figure sta convergendo, oltre all’emergenza pandemica, quella derivante da una gestione in moltissimi casi disastrata della sanità pubblica, che mette a rischio una delle componenti professionali da anni fiore all’occhiello del Paese. Senza poi dimenticare che, stando ai dati diffusi da Eurostat, nei prossimi sette anni andranno in pensione 52 mila medici. Un esodo enorme, al quale bisogna porre rimedio”, precisa il Presidente.
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