Anno: XXV - Numero 197    
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Caos Inps su dichiarazioni

Anc, 'paradossale, le maggiorazioni scaricate sul cittadino'

Caos Inps su dichiarazioni

“Un numero imprecisato di contribuenti sta ricevendo dall’Inps una sconcertante quanto laconica comunicazione, ai limiti della burla, che annuncia candidamente la non corrispondenza delle somme calcolate per il 2019 con quelle effettivamente erogate, o trattenute. A questa notizia, segue quella della necessità di ripresentare la dichiarazione fiscale con la nuova certificazione, quando oramai i termini sono scaduti da tempo”.

È  la denuncia dell’Anc (Associazione nazionale commercialisti), che riferisce di una “situazione paradossale e infernale” che fa sì che “le maggiorazioni di legge sono interamente scaricate sul cittadino, così come lo è il costo delle competenze dovute agli intermediari (professionisti e caf), neanche le dichiarazioni precompilate, quelle che per antonomasia dovrebbero essere esenti da errori, rimangono indenni, pertanto dovranno essere ripresentate, con gli stessi oneri previsti per le altre”, poi le nuove Certificazioni uniche “che abbiamo avuto modo di vedere, e che “annullano e sostituiscono” le precedenti sono datate 31/03/2020, emesse il 27/11/2020 e inviate con lettera datata 09/12/2020″. Inoltre, segnala il sindacato, “nella lettera di accompagnamento, a firma del direttore, si invita candidamente a ripresentare la dichiarazione, glissando completamente sul fatto che nulla può essere ripresentato senza incorrere in sanzioni”, e “viene totalmente meno il principio del legittimo affidamento, all’interno del quale il cittadino dovrebbe essere al riparo da atti sanzionatori”. Per il presidente dell’Anc Marco Cuchel “con questa ulteriore brutta pagina che oggi scrive l’Inps siamo oltre la violazione dello Statuto del contribuente. Come professionisti, paghiamo sempre per gli eventuali errori che commettiamo, ma ora ci rifiutiamo categoricamente di riaprire dichiarazioni sbagliate per errori della Pa, che ha il dovere di trovare un’altra strada per riparare alle proprie sviste”, si chiude la nota dell’associazione dei commercialisti.

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