Farmacie sempre più a rischio fallimento
Dalle misure sui tetti di spesa il crollo del sistema
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Con il taglio del tetto relativo alla spesa farmaceutica territoriale prospettato dal Ddl Bilancio, che, nell’ultima riformulazione passerebbe dall’attuale 7,96 al 7%, e con la riforma della remunerazione al palo, si stanno creando «condizioni che espongono le farmacie al rischio di fallimento e pongono le premesse per una cessione indiscriminata al capitale. Il tasso di indebitamento verso le banche e i fornitori non è più sostenibile e un gran numero di farmacie è ormai in una crisi irreversibile, con alcune già avviate a procedure concorsuali e altre con pratiche di concordato concluse». A lanciare l’allarme è Marco Cossolo, presidente di Federfarma, mentre la Manovra 2021 si appresta a compiere il passaggio alla Camera, che domani dovrebbe iniziare l’esame.
Taglio tetto convenzionata pone le basi per fallimento farmacie
I tetti della spesa farmaceutica, secondo una nuova riformulazione di Beatrice Lorenzin, passerebbero, per la convenzionata territoriale, al 7% (il valore attuale è del 7,96% mentre il testo originario del Governo prevedeva una riduzione al 7,3%) e per gli acquisti diretti al 7,85% (contro l’attuale 6,89%, mentre il valore che era stato fissato inizialmente era del 7,55%), pur con la possibilità di rideterminare ogni anno le percentuali in base all’andamento. Una previsione, questa, che preoccupa non poco le farmacie, soprattutto alla luce dei «dati sulla spesa farmaceutica del 2020», che, anche a causa dell’emergenza sanitaria, hanno visto e lasciano prevedere un forte peggioramento, e di una riforma della remunerazione che è rimasta bloccata. Anche perché, è l’allarme lanciato da Marco Cossolo in una nota, «in assenza di misure di bilanciamento economico a sostegno della ormai precaria situazione finanziaria in cui versano le farmacie» le ricadute potrebbero avere effetti devastanti sul sistema della farmacia. «Appare sorprendente che, a fronte delle progressive riduzioni delle risorse provenienti proprio dalle attività inerenti l’erogazione dei farmaci in regime di Ssn – in continua discesa e con un importante decremento nel 2020 – che minano ulteriormente le condizioni di precario equilibrio finanziario delle farmacie, non sia stata neanche presa in considerazione l’ormai indifferibile esigenza di varare un nuovo modello di remunerazione, peraltro previsto per legge dal 2012, come unica condizione per garantire le condizioni minime di sostenibilità economica delle farmacie». Senza una nuova remunerazione, infatti, «non solo verrà meno la possibilità di investire per l’erogazione di servizi a favore dei cittadini, ma si espongono le farmacie al rischio di fallimento o si pongono le condizioni per una indiscriminata cessione alle offerte del capitale».
Necessarie misure di bilanciamento e nuova remunerazione
A fronte dell’assenza di ogni forma di sussistenza finanziaria, continua Cossolo, «a nulla è valso l’impegno che le farmacie hanno profuso – e continuano ad assicurare con professionalità e dedizione unanimemente riconosciute – per fronteggiare la pandemia in atto. A nulla vale, quindi, considerare le farmacie come baluardo del Servizio sanitario nazionale, come presidio di prima assistenza alla popolazione – prova ne siano i più recenti servizi assicurati per lo screening della cittadinanza o il progetto di supporto nella campagna vaccinale anti-Covid». Di certo, quella che si verrà a delineare, se non si interviene, non sarà «la farmacia che tutte le Istituzioni hanno lodato, non sarà la farmacia che il Ministro della salute, Roberto Speranza, indica come modello razionale, evoluto e vicino al cittadino». «Desta stupore e disappunto» è l’intervento di Andrea Mandelli, presidente Fofi, «la mancata adozione di misure di finanziamento per la governance farmaceutica e a favore della farmacia italiana, la cui sostenibilità è gravemente pregiudicata da una condizione di preoccupante fragilità economica». Una condizione che è ulteriormente «aggravata dall’abbassamento del tetto della spesa farmaceutica territoriale, previsto dalla Legge di Bilancio, che porta le criticità del sistema a livelli di emergenza, determinando anche un grave pregiudizio per il rinnovo del contratto dei farmacisti collaboratori. Riteniamo, infatti, ormai irrimandabile un riconoscimento economico e di status per la preziosa attività professionale svolta quotidianamente con competenza e sacrificio dai collaboratori di farmacia». Per questo, «rivolgiamo un appello accorato al Ministro della Salute perché trovi tempestive soluzioni per evitare il collasso della farmacia italiana e salvaguardarne il ruolo di prezioso presidio sanitario di prossimità».
In conversione in legge del Decreto Ristori approvato odg pro farmacie e parafarmacie
Intanto, in sede di conversione in legge del cosiddetto decreto Ristori è stato approvato un ordine del giorno a firma di Andrea Mandelli, che «impegna il Governo, nei limiti degli aspetti di finanza pubblica, a valutare l’opportunità di inserire, nei prossimi provvedimenti utili, misure di sostegno economico, anche di natura perequativa, alle farmacie e parafarmacie tra quelli delle attività economiche che hanno diritto a ottenere un contributo. L’attuale situazione di crisi conseguente al Covid-19 ha ridotto drasticamente o, peggio ancora, in alcuni casi azzerato le presenze turistiche, causando un crollo delle presenze nelle farmacie e parafarmacie ubicate in aree interessate abitualmente da notevoli flussi turistici, come i centri storici, gli aeroporti, le stazioni ferroviarie e i centri commerciali».
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