Anno: XXV - Numero 219    
Giovedì 28 Novembre 2024 ore 13:00
Resta aggiornato:

Home » Con la cancellazione dell’albo si perdono i contributi soggettivi alla Cassa Forense

Con la cancellazione dell'albo si perdono i contributi soggettivi alla Cassa Forense

Lo ha chiarito la Cassazione con la ordinanza n. 544 del 14 gennaio 2021 affermando l'autonomia dell'ente a seguito del processo di delegificazione seguito alla privatizzazione

Con la cancellazione dell'albo si perdono i contributi soggettivi alla Cassa Forense

È legittima l’inversione di rotta di Cassa Forense che, nell’ambito della propria autonomia regolamentare, ha deciso di superare la precedente previsione di legge che dava diritto al recupero dei contributi versati, in caso di cancellazione dall’albo. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la ordinanza n. 544 del 14 gennaio 2021.

La Sezione Lavoro ha così accolto (con rinvio) il ricorso dell’Ente contro la decisione della Corte di appello di Roma che invece aveva confermato il diritto “alla restituzione dei contributi soggettivi versati alla Cassa” per i tre anni di iscrizione di una donna avvocato, prima della sua cancellazione dall’albo, senza dunque aver conseguito il diritto alla pensione.

ordinanza n. 544 del 14 gennaio 2021.

Per la Suprema corte infatti con la privatizzazione della Cassa (Dlgs 509/1994) e la Riforma Dini (335/1995 ) “il riconoscimento dell’autonomia gestionale, organizzativa, amministrativa e contabile del nuovo soggetto, che, comunque, non esclude l’eventuale imposizione di limiti al suo esercizio, ha realizzato una sostanziale delegificazione attraverso la quale, nel rispetto dei limiti imposti dalla stessa legge, è concesso alla Cassa di regolamentare le prestazioni a proprio carico anche derogando a disposizioni di leggi precedenti”. E l’operatività di tale delegificazione all’interno del sistema delle fonti, è stata confermata dalla Corte costituzionale con l’ordinanza n. 254/2016.

In merito dunque alla questione della vigenza dell’art. 21 (“Restituzione dei contributi”) contenuto nella vecchia legge di Riforma del sistema previdenziale forense (n. 576/1980), la Suprema corte afferma che la Cassa previdenziale “nell’esercizio della propria autonomia che la abilita a derogare od abrogare disposizioni di legge in funzione dell’obbiettivo di assicurare equilibrio di bilancio e stabilità delle rispettive gestioni, può adottare misure prevedenti, fermo restando il sistema retributivo di calcolo della pensione, la facoltà di optare per il sistema contributivo a condizioni di maggior favore per gli iscritti, stabilendo, al contempo, la non restituibilità dei contributi legittimamente versati, con abrogazione della precedente disposizione di cui all’art. 21 della legge n. 570 del 1980”.

 

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.