I commercialisti il 22 gennaio presenteranno in Senato le loro proposte di revisione del fisco
Miani: ora come ora, le pur ottime intenzioni legislative sulla riforma fiscale non sembrano poggiare su credibili basi finanziarie.
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“Le risorse a disposizione di quel fondo ammontano a 8 miliardi di euro per il 2022 e 7 miliardi a regime dal 2023, di cui però 5,5 miliardi risultano già impegnati nella importante e condivisibile riforma dell’assegno unico per i figli a carico.Pensare di riformare il sistema fiscale avendo a disposizione 2,5 miliardi per l’anno 2022 e 1,5 miliardi a regime dall’anno 2023, costituisce quel che si dice “un vasto progetto”. A pensarla così il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, che ha sottolineato come “solo per mettere a regime la detrazione aggiuntiva Irpef per contribuenti titolari di redditi di lavoro dipendente, con reddito complessivo tra 28.000 e 40.000 euro, la medesima legge di bilancio per il 2021 ha dovuto mettere a disposizione risorse per circa 3 miliardi, ossia il doppio di quel che risulta attualmente disponibile, a regime, sul fondo che dovrebbe finanziare la riforma nemmeno dell’intera Irpef, ma del sistema fiscale nel suo complesso”. Il vertice della categoria professionale, poi, ha anticipato che nell’audizione delle Commissioni Finanze di Camera e Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva per lo sviluppo di un progetto di riforma fiscale, in programma il prossimo 22 gennaio, i commercialisti produrranno le conclusioni della apposita commissione di esperti che il Consiglio nazionale ha nominato lo scorso settembre, affidandone il coordinamento al professor Carlo Cottarelli.
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