Ursula von der Leyen, Architetto Onorario italiano
Il titolo tradizionalmente attribuito nell’ambito della Festa dell’Architetto a personalità che si siano distinte a favore della promozione della cultura e della qualità dell’architettura
“Per le intuizioni, conoscenze e sensibilità dimostrate nei campi dell’architettura e del valore di bene comune attribuito all’ambiente costruito, per la visione politica che connette in maniera olistica i valori dell’ambiente e dell’architettura cui sono attribuiti valori simbolici, sociali ed economici, per la capacità di tradurre tutto questo in concrete azioni politiche con il lancio del programma New European Bauhaus”: queste le motivazioni con le quali il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) ha conferito alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il titolo di Architetto Onorario italiano.
Titolo, questo, che viene tradizionalmente attribuito nell’ambito della Festa dell’Architetto, centrata in quest’ultima edizione sul tema Scuola, a personalità che si siano distinte a favore della promozione della cultura e della qualità dell’architettura.
Intervenendo con un video messaggio proprio alla giornata inaugurale della Festa dell’Architetto, Ursula von der Leyen ha sottolineato l’importanza del contributo degli architetti nel New European Bauhaus e come l’architettura possa contribuire a un futuro più sostenibile, accessibile e centrato sulle persone perché “non c’è futuro senza architettura”. Facendo riferimento al filo conduttore dell’iniziativa, ha anche evidenziato come l’istruzione abbia “un ruolo fondamentale quando vogliamo plasmare il nostro futuro” e come essa abbia un impatto decisivo nella rivoluzione green dell’Europa.
“Vogliamo ringraziarla – sottolinea il Consiglio Nazionale in una lettera inviata alla Presidente della Commissione europea – per il ruolo che Lei ha affidato alla cultura architettonica, una cultura che ha accompagnato e caratterizzato ogni epoca della nostra storia e che dovrà accompagnare questa nuova era, improntata alla sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Come Lei – si legge ancora nella lettera – riteniamo che la nuova estetica architettonica debba emergere da una nuova etica, ovvero dalla coniugazione della sensibilità sociale, da quella ambientale e da una nuova consapevolezza costruttiva che sia innovativa e che traguardi l’economia circolare”.
Principi questi che “ha saputo assegnare all’Unione Europea, nel momento più duro della crisi pandemica” e che caratterizzano “la strada scelta per dare all’Europa la possibilità di uscita dalla crisi socioeconomica, assurgendo a leader nell’innovazione e nella sostenibilità, all’insegna di una cultura che sappia trainare l’economia e non viceversa”, conclude il Presidente degli architetti italiani.
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