Infermieri no vax in piazza a Roma contro l’obbligo vaccinale.
Fnopi condanna: «Chi era presente dovrà renderne conto all’Ordine»
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Secondo i manifestanti l’obbligo vaccinale è un «esperimento sociale» per il quale le persone «sono al servizio della dittatura delle multinazionali per portare avanti l’instaurazione di una nuova società disumanizzata»
Diverse centinaia di infermieri e operatori socio-sanitari si sono radunate l’atro ieri, 11 aprile, in piazza del Popolo a Roma per manifestare contro l’obbligo vaccinale anti-Covid per il personale medico sanitario. La protesta è stata indetta dal comitato Di Sana e Robusta Costituzione che definisce l’obbligatorietà vaccinale un «esperimento sociale» per cui le persone «sono al servizio della dittatura delle multinazionali per portare avanti, tramite l’accettazione incondizionata di un trattamento sperimentale, l’instaurazione di una nuova società disumanizzata».
Nel comunicato ufficiale degli organizzatori si legge ancora: «Siamo ancora tanti a Resistere! Ci hanno provato, usando il ricatto dell’“obbligo morale” per giustificare l’ingiustificabile e accettare l’inaccettabile e ci sono riusciti: molti si sono sottoposti al trattamento, pur con tante paure, dubbi e incertezze solo per difendere il proprio posto di lavoro! Molti sono caduti nella trappola e questo è inaccettabile!». Un’altra manifestazione è prevista per il prossimo 21 aprile, questa volta davanti a Montecitorio.
Immediata la condanna della Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, che ha stigmatizzato e rigettato con forza le istanze dei manifestanti: «Gli infermieri sono dalla parte della scienza e in prima linea per supportare, attraverso l’educazione sanitaria, l’adesione consapevole di tutti i cittadini alla vaccinazione». «Se presenti eventuali infermieri che secondo fonti di stampa avrebbero partecipato al raduno di un sedicente comitato Di sana e robusta costituzione – si legge ancora nel comunicato – dovranno renderne conto agli Ordini provinciali di appartenenza ai quali la Federazione darà tutto il supporto necessario per operare con il massimo rigore».
«La professione infermieristica, come le altre professioni intellettuali nel campo sanitario – prosegue Fnopi – aderisce ai principi dell’etica professionale che guida scienza e coscienza degli infermieri in scelte che rispondono al principio inderogabile di tutela della salute delle persone e riconosce il valore delle evidenze scientifiche come base del suo agire professionale e come garanzia per gli assistiti del massimo sforzo dei professionisti che si curano di loro e della massima sicurezza del rapporto con gli infermieri».
E infine: «L’infermiere è consapevole del proprio ruolo, e la tutela dell’assistito da assicurare con professionalità e una formazione adeguata è un’attività imprescindibile, parte integrante e fondamentale per l’erogazione in sicurezza delle cure e dell’assistenza alla persona, essenziale per adempiere alla mission dell’infermiere, in linea con la ratio della legge n. 24/2017 e con i principi posti alla base del governo del rischio clinico».
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