I LIBERI PROFESSIONISTI LAZIALI HANNO REAGITO ALLA PANDEMIA
La pandemia colpisce soprattutto il lavoro autonomo. In controtendenza i professionisti, che crescono sulla spinta dell’area sanitaria.
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La pandemia non ferma i liberi professionisti laziali. In un mercato in picchiata, che colpisce soprattutto il lavoro indipendente, i professionisti reggono l’urto del Covid – 19. Anzi, nel primo trimestre del 2020 crescono addirittura del 11%, per poi assestarsi nel secondo trimestre a quota 193 mila. E se nel Lazio, la Regione del Centro meno colpita dall’emergenza sanitaria, l’economia lancia timidi segnali di ripresa, anche se non ha recuperato i valori del 2009, è il mercato del lavoro a subire i contraccolpi più duri della pandemia. Nell’ultimo anno infatti l’occupazione cala in tutti i settori, invertendo il trend di crescita registrato nel 2019. Questa la fotografia della Regione Lazio scattata dal II Rapporto sulle libere professioni nel Lazio, lo studio realizzato dall’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni, che verrà presentato martedì 20 aprile 2021, a partire dalle ore 11.00, in diretta streaming sulla pagina Facebook di Confprofessioni . L’evento vedrà la partecipazione del prof. Paolo Feltrin, coordinatore dell’Osservatorio delle libere professioni; di Claudio Di Bernardino, assessore al Lavoro e nuovi diritti; di Eleonora Mattia, presidente della Commissione Lavoro del Consiglio regionale; e di Paolo Orneli, assessore regionale allo Sviluppo economico.
«In un anno durissimo, il settore dei liberi professionisti ha saputo reagire alla crisi innescata dalla pandemia, consolidando la crescita, in ogni ambito professionale, registrata negli ultimi 10 anni», afferma Andrea Dili, presidente di Confprofessioni Lazio. «La tenuta dei professionisti è un segnale importante per l’economia della Regione e l’aumento dei datori di lavoro rappresenta senza dubbio uno stimolo per la ripresa dell’occupazione. Certo, la crisi economica non è alle spalle, ma sulla base dei dati presentati dal Rapporto regionale i professionisti laziali hanno tutte le carte in regola per traghettare la Regione oltre la pandemia».
I professionisti nel mercato del lavoro laziale. Il mercato del lavoro della Regione Lazio registra tra il 2011 e il 2019 un aumento del 5,9% degli occupati, con la crescita dei lavoratori dipendenti (+8,4%), degli imprenditori (+30,5%) e dei liberi professionisti (+23,5%) che, con circa 185 mila unità al 2019, costituiscono il 37,3% dei lavoratori indipendenti laziali, dato nettamente al di sopra dell’aggregato nazionale (27%). Calano invece del 2,7% i lavoratori indipendenti, del 4,3% i lavoratori autonomi (agricoltori, artigiani e commercianti) e del 48,4% gli altri lavoratori indipendenti (coadiuvanti familiari, collaboratori e soci di cooperativa). L’impatto del Covid sulla Penisola ha fatto registrare un calo di oltre 18mila liberi professionisti tra il primo trimestre 2019 e lo stesso trimestre del 2020. Il Lazio, in controtendenza, registra invece nel medesimo periodo la crescita maggiore in Italia (+20.306 liberi professionisti) con il +11,1%, passando dunque dai 182.423 professionisti del primo trimestre del 2019 ai 202.729 del primo trimestre del 2020.
L’area sanitaria traina la crescita. In aumento anche i professionisti datori di lavoro. Nel Lazio tra il 2011 e il 2019 crescono tutti i settori del lavoro libero professionale. Registrano una crescita dell’80,8% i professionisti del comparto “Sanità e assistenza sociale”, del 50,2% i veterinari e del 22,3% i lavoratori di area legale. Crescono poi del 13,1% i professionisti dell’area tecnica, del 11,7% quelli che esercitano nel settore “Servizi alle imprese e tempo libero”, del 7,6% quelli dell’area amministrativa e del 5,5% i professionisti dell’area “Commercio, finanza e immobiliare”. Per quanto riguarda la distribuzione dei liberi professionisti nei settori di attività economica, il Rapporto evidenzia che quasi la metà (il 46%) dei professionisti del Lazio è occupato in “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, settore che racchiude principalmente attività legali (17%), di contabilità e di consulenza aziendale (11%), di architettura e ingegneria (12%) e i veterinari (6%). “Sanità e assistenza sociale” (20%) risulta essere il settore in assoluto più numeroso seguito a breve distanza da quello dei “Servizi alle imprese e tempo libero”. Si attestano invece al 14% i professionisti dell’area “Commercio, finanza e immobiliare”. Fondamentale inoltre anche nel Lazio il ruolo dei liberi professionisti nella creazione di lavoro dipendente: al 2019 si contano nel Lazio 28.882 liberi professionisti con dipendenti, il 15% del totale dei professionisti laziali, dato superiore alla media italiana (13,7%). La variazione dal 2009 al 2019 è stata nel Lazio del +48,2%, con una tendenza crescente che segue quella nazionale (+5,8%) e quella del Centro Italia (+16,1%).
Ricambio generazionale al palo. Piuttosto omogenea la crescita dei professionisti per fascia d’età: tra il 2011 e il 2019 nella Regione crescono del 2% i liberi professionisti tra i 15 e i 34 anni, che passano dal 16% nel 2011 al 18% nel 2019, e del 3% i professionisti over 55, che raggiungono il 26% del totale. I professionisti più giovani calano nell’area amministrativa (-2%) e dei “Servizi alle imprese e tempo libero” (-4%). L’incremento più significativo si riscontra invece per “Area tecnica” (+14%) che passa dall’11% nel 2011 al 25% nel 2019. L’area legale cresce dell’1%, dal 14% nel 2011 al 15% nel 2019, così come i veterinari. L’area sanitaria cresce invece di 2 punti, passando dal 25% al 27%. I professionisti tra i 15 e i 34 anni del settore “Commercio finanza e immobiliare” rimangono stabili all’11%. Per quanto riguarda i lavoratori con più di 55 anni, consistente l’aumento nel settore “Commercio, finanza e immobiliare” che cresce di 18 punti percentuali, passando dal 20% del 2011 al 38% del 2019. I settori che registrano una riduzione sono quelli dell’“Area tecnica” (-5%), di “Veterinari e altre attività scientifiche” (-11%) e “Sanità e assistenza sociale” (-2%). I professionisti di area legale crescono invece dell’8%, mentre quelli dell’area amministrativa restano stabili al 26%, così come quelli del settore dei servizi alle imprese e tempo libero, stabili al 23%.
Parità di genere, segnali dalle nuove generazioni. Anche nel Lazio si conferma, come in tutta la Penisola, un marcato gap di genere tra professionisti e professioniste, un divario che si amplifica nei livelli retributivi, dove le libere professioniste guadagnano fino al 45% in meno dei colleghi uomini. Gli uomini rappresentano il 54% dei professionisti laziali tra i 35 e i 44 anni, il 60% tra i 45 e i 54 anni, il 69% tra i 55 e i 64 e l’83% degli over 65. Un buon segnale di recupero proviene tuttavia dalla fascia d’età più giovane, quella dei professionisti tra i 15 e i 34 anni: le donne sono il 56% dei professionisti, contro il 44% dei colleghi maschi. Il gap di genere è invece nettamente a favore delle donne, sia a livello nazionale che regionale, dal punto di vista del livello d’istruzione: sono infatti le professioniste ad avere in percentuale un titolo di studio superiore a quello dei colleghi maschi. Nel Lazio in particolare ha la laurea il 65% dei professionisti uomini, contro l’84% delle libere professioniste.
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