Why not, de Magistris: il Csm e l’Anm di Palamara avallarono stop inchiesta
Il sindaco di Napoli era il pm che indagava. «Fu una operazione che ha impedito al Paese di conoscere le trame di gravi crimini»

La cosiddetta «guerra tra Procure» – che vide uno scontro tra magistrati di Salerno e Catanzaro, con i primi che indagarono su colleghi calabresi per le inchieste Poseidon e Why Not che furono sottratte all’allora magistrato Luigi de Magistris – fu «una operazione che ha impedito al Paese di conoscere le trame di crimini di una gravità inaudita». A sostenerlo è proprio de Magistris, oggi sindaco di Napoli, in una intervista al Fatto Quotidiano. Quella vicenda fu avallata da «tutto il Csm presieduto da Napolitano», insiste l’ex pm, mentre l’Anm «era presieduta da Palamara, ora indagato per corruzione, che non esitò a dare la copertura dei vertici della magistratura associata a quella operazione scellerata. A distanza di dieci anni – aggiunge de Magistris – molti dei protagonisti del sistema criminale che distrusse le nostre indagini sono stati indagati a vario titolo. La magistratura di Salerno, dopo dieci anni, ha accertato che le indagini Poseidone e Why Not mi furono illecitamente sottratte. La verità su quello che stavo scoprendo non si saprà mai più per colpa soprattutto di alcuni magistrati e dell’organo di autogoverno che dovrebbe tutelare l’indipendenza dei magistrati».
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Altre Notizie della sezione

L’attribuzione del cognome ai figli al momento è un casino
31 Marzo 2025Perché manca una legge che la regoli, da quando nel 2022 è stata abolita la trasmissione automatica di quello paterno.

Pausa caffè troppo lunga, sindaco fa rimuovere tutti i distributori automatici
28 Marzo 2025I dipendenti di Pieve di Soligo potranno bere comunque un caffè durante l‘orario di lavoro andando in uno dei bar vicini "previa timbratura del badge sia all'uscita che al rientro".

Dopo la bugia sulla tirata di capelli Prodi fa l’offeso
27 Marzo 2025L'ex presidente del Consiglio: "Ho una storia, non accetto strumentalizzazioni né derisioni".