Anno: XXV - Numero 236    
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La morte annunciata per la previdenza dei giornalisti

L’Istituto versa in situazione di ”deficit strutturale” ed è avviato al commissariamento.

La morte annunciata per la previdenza dei giornalisti

La Cassa dei Giornalisti ha approvato in questi giorni, a maggioranza, il bilancio consuntivo 2020 della gestione sostitutiva dell’Ago.

La Presidente, Marina Macelloni, nella sua relazione scrive testualmente che “Questa potrebbe essere l’ultima relazione al bilancio firmata da un presidente eletto”.

L’Istituto versa in situazione di ”deficit strutturale” ed è avviato al commissariamento.

La crisi dell’editoria è sotto gli occhi di tutti.

Nel 2020 Inpgi ha perso altri 855 rapporti di lavoro attivi che si aggiungono agli 865 già persi nel 2019.

Il prossimo sblocco dei licenziamenti darà il colpo di grazia.

Il bilancio chiude con un disavanzo di gestione di 242,2 milioni di euro. Il risultato della Gestione previdenziale presenta un saldo negativo di 188,4 milioni ed è determinato dal complessivo perdurare dell’andamento negativo degli indicatori principali dell’attività̀ caratteristica dell’Ente. La contribuzione IVS corrente, pari a 328,075 milioni, registra una diminuzione del 2,76% rispetto al 2019. Riguardo alle prestazioni la spesa per le pensioni IVS risulta pari nel 2020 a 545,6 milioni di euro, con un incremento, rispetto al 2019, dell’1,81%. Inoltre, la spesa complessiva per gli ammortizzatori sociali nel 2020 è stata pari a 9,7 milioni di euro e, pur risultando in diminuzione rispetto al 2019, continua comunque a rappresentare una voce rilevante del bilancio dell’Istituto. La Gestione patrimoniale nel suo complesso ha registrato un avanzo pari a 6,6 milioni di euro, in diminuzione di 39,6 milioni (pari al 85,71%) rispetto all’esercizio precedente. La rilevante diminuzione riscontrata è diretta conseguenza dei maggiori utili realizzati nell’anno precedente a seguito delle operazioni straordinarie di apporto alla Sicav. Inoltre, per l’esercizio in esame, c’è stata la volontà di non procedere ad operazioni di vendita con realizzo di utili – che avrebbero incrementato il rendimento ma sarebbero stati soggetti a tassazione – con conseguente mantenimento delle plusvalenze implicite non realizzate nel comparto dell’attivo circolante, che – sul piano sostanziale – costituiscono un ulteriore margine di riserva ancorché non formalmente contabilizzabile.

Per quanto riguarda invece la Gestione separata – il cui bilancio consuntivo 2020 è stato approvato con 47 voti a favore, 9 contrari e 3 astenuti dai consiglieri presenti – gli indicatori si presentano positivi anche per il 2020, ancorché il bilancio evidenzi, anche nel settore giornalistico, i segnali dell’impatto che la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19 ha determinato sull’intero mondo del lavoro e delle professioni. Rispetto al 2019 infatti calano le entrate previdenziali (- 7%) e si riduce l’avanzo della gestione previdenziale (-13,4%).

La diminuzione si deve essenzialmente alla frenata dei contratti da co.co.co. e al calo dei redditi per tutte le tipologie di lavoratori.

L’avanzo economico di gestione per l’esercizio 2020 è risultato quindi pari a 26,1 milioni di euro, in diminuzione rispetto a quello registrato nell’anno precedente (76,9 milioni nel 2019).

La Cassa dei Giornalisti sta collassando per un problema demografico e reddituale.

Il rapporto tra gli iscritti attivi e i pensionati nel 2020 continua a scendere, passando dall’1,59 del 2019 al 1,53 del 2020, mentre il rapporto tra uscite per pensioni IVS ed entrate per contributi IVS correnti passa dal 158,85% del 2019 al 166,31% del 2020.

Inpgi ha bisogno di nuovi iscritti e sta insistendo presso il Governo per elaborare un quadro normativo che consenta all’Istituto di allargare la propria platea di contribuenti.

Da molte lune vado scrivendo che 20 Casse di previdenza per un ristretto numero di professionisti è un lusso che non ci possiamo più permettere.

Inpgi ne è la dimostrazione concreta.

Vogliamo aspettare che tutte le Casse collassino allo stesso modo?

Si salvi chi può.

Da Diritto e Giustizia

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