La targa sbagliata è colpa della Raggi? Sì. Ma c'è molto di più
Il disastroso errore nella targa con il nome di Carlo Azeglio Ciampi è da attribuire politicamente in toto alla sindaca Raggi e alla sua giunta, poiché chi guida l’amministrazione deve rispondere di ciò che fanno gli uffici senza sconti.
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L’incidente (peraltro non unico, basti ricordare la fotografia dell’arena di Nimes al posto del Colosseo nel video di presentazione della Ryder Cup 2023) finisce quindi per essere materia di campagna elettorale com’è inevitabile (e forse pure giusto), con tutte le conseguenze del caso.
La gaffe però ci dice anche molto altro e dovrebbe indurci ad evitare di usare la scorciatoia per interpretare l’accaduto, ferma restando la pessima figura della Raggi davanti alla sua città ed all’opinione pubblica nazionale.
Provo allora a dire come stanno le cose, provo a ragionare sulla catena degli eventi e dei passaggi nelle decisioni, provo ad evitare la versione di comodo.
E poi, lo dico subito, provo a guardare avanti, collegando questo apparentemente piccolo episodio con la monumentale sfida amministrativa (prima che politica) che l’Italia ha davanti con il PNRR.
Punto primo: è del tutto improbabile che la sindaca sia stata messa di fronte alla targa in momento diverso dalla cerimonia prevista per ieri, quindi anch’essa è stata “spiazzata” dai fatti, almeno con elevatissima probabilità.
Punto secondo quella targa è stata ordinata, disegnata, realizzata e poi messa al suo posto, operazioni che ne hanno reso necessario il passaggio in diverse mani comprese quelle di un certo numero di funzionari dell’amministrazione capitolina.
Punto terzo il luogo della cerimonia, con tutti gli annessi (targa in primis) è stato certamente gestito dal servizio cerimoniale del Comune di Roma, a maggior ragione vista le presenza all’evento delle più alte cariche dello Stato, Presidente della Repubblica in testa.
Quindi i casi sono due: o qualcuno (anzi più d’uno in combutta) ha voluto tendere un trappolone alla sindaca (ne dubito fortemente) o siamo davanti ad un gravissimo caso di sciatteria (ne sono quasi certo).
Ed eccoci al punto centrale del ragionamento, che riguarda la targa di oggi ma, soprattutto, l’attività più generale della Pubblica Amministrazione.
Anni di incuria su ogni fronte l’hanno resa fragile e scarsamente pronta ad assumersi responsabilità, ovviamente al netto di casi singoli di grande competenza ed abnegazione.
Per essere ancora più chiari descrivo la situazione per come la conosco io, guardando ai ministeri: nei dintorni ravvicinati del ministro (di turno) c’è un mix di competenze ancora di buon livello, mescolate però ad una fortissima propensione alle tecniche astute di sopravvivenza.
Appena ti allontani però dalla cerchia ristretta dei dirigenti che accedono alle Supreme Stanze ecco calare drammaticamente il livello, con conseguenze micidiali sulla capacità di scaricare a terra quanto deciso “in alto”.
Siccome nei prossimi anni dovremo tentare di spendere (bene) un multiplo di quanto abbiamo speso (male) negli ultimi decenni, deve essere chiaro a tutti che per farlo dovremo ottenere performance invidiabili da centinaia di uffici pubblici sparsi per la penisola.
Parliamo di decine di miliardi di euro, una sfida al cui confronto la targa sbagliata della Raggi semplicemente non esiste.
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