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Cnpr, Superbonus: proroga al 2025 e ampliamento dei beneficiari

La proposta al forum della Cassa dei ragionieri e degli esperti contabili nel corso del quale si è fatto il punto sulle grandi opere pubbliche in Italia

Cnpr, Superbonus: proroga al 2025 e ampliamento dei beneficiari

“Tutte le forze politiche siano compatte nel chiedere al Ministero dell’Economia la proroga del ‘Superbonus’ al 2025. Questo è il lasso di tempo necessario per vedere gli effetti sul tessuto economico e imprenditoriale del nostro Paese. Si tratta di una misura importante per far ripartire il settore dell’edilizia per la quale, da un lato, occorre procedere con alcune semplificazioni”. Questa la proposta del senatore Agostino Santillo (rappresentante del M5s nella Commissione Lavori Pubblici a Palazzo Madama e ingegnere di professione), nel corso del forum “Opere pubbliche, “alta velocità” per non perdere il treno dello sviluppo” promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.

In quest’ottica l’introduzione della ‘Cila’ è stato un buon passo in avanti. Dall’altro lato bisogna estendere il novero dei fruitori prevedendo l’applicabilità anche a tutte le strutture ricettive e di supporto alla filiera del turismo come pure a quelle che si inseriscono nei sistemi di riciclo e riuso delle acque e delle bonifiche. Sarebbe interessante – aggiunge Santillo – prevedere anche una forma di incentivo economico per gli amministratori che riescono a far partire il ‘Superbonus’ nei condomìni”.

Una proposta condivisa e rilanciata anche da Simona Pergreffi (parlamentare della Lega in Commissione Lavori Pubblici, architetto “prestato” alla politica): “La proroga al ‘Superbonus’ si rende sempre più necessaria. I numeri lo dimostrano. Su un totale di 12.745 richieste presentate solo il 10 per cento vede come richiedenti i condomìni. Il restante 90 per cento riguarda abitazioni unifamiliari. Questa anomalìa è il frutto di un eccesso di burocrazia che ha accompagnato la nascita del ‘Superbonus’ con un ruolo assolutamente limitante per l’esplicazione dei suoi effetti. E’un’occasione troppo importante – rimarca Pergreffi – per rinnovare il patrimonio edilizio del nostro Paese, logoro e vetusto, che va necessariamente estesa anche alle scuole paritarie, agli impianti sportivi in toto e non solo agli spogliatoi come previsto dalla normativa attuale, puntando anche sul silenzio assenso e su ulteriori semplificazioni nella redazione dei progetti. Solo allineando tutte le procedure si potrebbero risparmiare almeno tre mesi prima dell’inizio dei lavori”.

Il dibattito che ha caratterizzato il forum ha fatto il punto anche sullo stato dell’arte delle opere pubbliche in Italia.

Secondo Vincenza Labriola (deputata di Forza Italia in Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici): “Al Sud il problema infrastrutture è vissuto sulla pelle dei cittadini. Il Pnrr è una straordinaria e irripetibile opportunità per ridurre il divario infrastrutturale che vige da troppi anni. Il Mezzogiorno dimostri di saper cogliere la sfida per il riscatto. Dobbiamo abbandonare logica di un’Italia a due velocità e perseguire la realizzazione di un sistema ferroviario che sia davvero all’altezza delle esigenze del nostro Paese. Accanto a questo, serve rilanciare le Zes come volano di attrazione imprenditoriale. Dobbiamo saper investire le risorse che l’Europa ci offre – ha sottolineato Labriola – e siamo a buon punto grazie all’egregio lavoro svolto dai ministri Carfagna e Giovannini. La conclusione della tratta Alta velocità tra Napoli e Bari e la previsione delle tratte Palermo – Messina e Salerno – Reggio contribuiranno ad aumentare la competitività e a ridurre le emissioni di CO2 in Italia”.

Sull’impatto del Pnrr sulle opere pubbliche si è soffermato anche Marco Silvestroni (capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Trasporti a Montecitorio): “I fondi del Piano devono prevedere forti investimenti nei trasporti, in particolare per il rilancio del comparto del Mare e della portualità. Dare sostegno a questi due settori è fondamentale per la ripresa del Paese. Non è possibile che l’Italia, una vera e propria portaerei sul mare, abbia una programmazione delle risorse che si potrebbe paragonare a quella della Svizzera. Infrastruttura e logistica, fino ad oggi, non sono state adeguatamente programmate. Servono nuovi e più efficienti collegamenti alle aree portuali per essere competitivi a livello mondiale – evidenzia Silvestroni – e per integrare l’Italia nel sistema Europa. Per questo abbiamo anche presentato una proposta di legge per istituire il ministero del Mare. Bisogna mettere inoltre in sicurezza la rete autostradale. Su 200 viadotti analizzati solo il 6 per cento può essere considerato sicuro. Il 5 per cento è stato già chiuso. Bisogna farlo prima del passaggio di consegna tra famiglia Benetton e Cassa depositi e prestiti. Serve poi una compagnia aerea che faccia gli interessi degli italiani. Il governo – conclude il parlamentare di Fdi – deve rispondere al Parlamento e non all’Europa lasciando Alitalia senza soldi per pagare stipendi e fornitori”.

A rappresentare i professionisti nel corso del dibattito è intervenuta Eleonora Linda Lecchi (commercialista di Bergamo): “Il ‘Superbonus’ è una misura importante per l’Italia e con l’introduzione della Cila prevista dal decreto semplificazione si registra un primo passo importante per un accesso semplificato. Adesso bisogna seguire la rotta di un allargamento della platea degli immobili che possono essere oggetto della misura. A partire dalle Rsa, le caserme, così come gli alberghi, le pensioni i bed and breakfast e gli agriturismi”.

Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “Quando si parla di opere pubbliche bisogna inevitabilmente guardare al codice dei contratti pubblici. Serve una radicale semplificazione di questa norma che è pesantissima nell’esplicitazione del contrarre tra PA e soggetti privati che devono realizzare le opere. Anche l’iter burocratico del ‘Superbonus’ va semplificato. Ben venga la Cila anche se bisogna poi domandarsi se deve contenere la dichiarazione del titolo in virtù del quale è stato edificato immobile. Il condono presentato è titolo abilitativo? Oppure – ribadisce Longoni – occorre il rilascio della concessione in sanatoria? La cosa è ben differente se pensiamo alle migliaia di pratiche presso i comuni che hanno tempi biblici di risoluzione”.

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