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Covid-19, impatto su didattica e occupazione

Presentato il nuovo Rapporto annuale di Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani

Covid-19, impatto su didattica e occupazione

La pandemia non compromette la formazione, ma la didattica a distanza non soddisfa. Il nuovo Rapporto annuale di Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati italiani non poteva ignorare la pandemia. La crisi ha colpito l’occupazione soprattutto fra i laureati a un anno dal titolo. Crollate le domande di curricula nella primavera del 2020. Ma da tre mesi hanno ripreso e continuano ad aumentare.

Presentato il XXIII Rapporto AlmaLaurea, sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati italiani. Alla presenza di Maria Cristina Messa, Ministra dell’Università e della Ricerca, il Rapporto non poteva trascurare l’impatto della pandemia sulla didattica sull’occupazione. L’approfondimento si è basato su oltre 110mila questionari compilati dai laureandi tra dicembre 2020 e maggio 2021.

Seppure la didattica a distanza sia stata complessivamente apprezzata dai laureandi, ben il 78,4% preferisce la didattica in presenza, soprattutto per i rapporti con docenti e compagni di studio. “La didattica a distanza è un male necessario perché l’Università è incontro – ha sottolineato Ivano Dionigi, Presidente di AlmaLaurea – Tornare in presenza è fondamentale e la politica deve esserne consapevole e renderlo possibile creando mezzi, strutture e reclutando i professori migliori. Il rischio è quello di un aumento della dispersione”.

La Ministra Messa ha sottolineato il ruolo centrale che l’università deve giocare in questa partita: “La crisi ha accelerato molti cambiamenti, soprattutto nel mondo del lavoro. Le università devono mantenere il loro compito di trasmettere scienza, conoscenza e competenza, ma devono anche tenere conto di questi cambiamenti, essere consapevoli delle nuove professioni che emergono e dell’importanza della transizione digitale ed ecologica, al centro anche del PNRR”.

L’emergenza pandemica ha coinvolto solo una parte limitata dell’esperienza universitaria complessiva e, quindi, il giudizio generale non è stato sostanzialmente condizionato da questa. I neolaureati indicano una generale soddisfazione, peraltro in tendenziale aumento negli ultimi anni: l’88,6% si dichiara soddisfatto dei rapporti con il personale docente, il 90,8% è complessivamente soddisfatto del corso di laurea.

“Il nostro – ha sottolineato Marina Timoteo, Direttore di AlmaLaurea – è un Paese a sviluppo economico tardivo, e il ritardo del suo sistema formativo, documentato a partire dall’800, è un fenomeno con radici assai profonde, che si proietta sull’oggi con tutto il peso di una storia lunga fatta di questioni irrisolte, delle quali c’è conoscenza ma forse poca coscienza”.

E su questo tema, Ivano Dionigi ha aggiunto: “E’ questo il vero distanziamento sociale. L’ascensore sociale è bloccato, e non da ora. Nonostante i recenti e positivi interventi governativi, sostanzialmente irrisolte rimangono, dunque, le due questioni decisive dell’orientamento e del diritto allo studio”.

Il Rapporto evidenzia come nel corso del 2020 la contrazione del tasso di occupazione è visibile soprattutto fra i laureati a un anno dal conseguimento del titolo. La pandemia pare aver colpito soprattutto le opportunità di trovare lavoro, meno la qualità del tipo di occupazione trovata, anche se ciò rappresenta una media di situazioni profondamente eterogenee vissute da chi si è inserito nel mercato del lavoro prima e dopo l’emergere della pandemia. Il Rapporto, inoltre, fotografa l’aumento dello smart working e dell’home working.

Nel 2020 il tasso di occupazione è pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al 69,2% tra i laureati di primo livello e al 68,1% tra i laureati di secondo livello del 2019. Il XXIII Rapporto sulla Condizione occupazionale ha descritto l’evolversi della condizione occupazionale dei laureati nel corso del 2020; per un’istantanea in tempo reale, in particolare in questi primi mesi del 2021, AlmaLaurea ha analizzato le informazioni desumibili dalla banca dati dei curricula del sistema AlmaLaurea. Il primo dato a emergere è che le richieste di CV, dopo il consistente decremento rilevato nei mesi primaverili del 2020, continuano progressivamente ad aumentare, fino a raggiungere le cifre record di quasi 117mila CV nel mese di marzo e di 115mila nel mese di maggio 2021.

Il Rapporto 2021 sul Profilo dei Laureati di 76 Atenei si basa su una rilevazione che ha coinvolto 291mila laureati del 2020 e restituisce un’approfondita fotografia delle loro principali caratteristiche.

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