L'allarme sui medici di base: scoppia la rivolta contro Speranza
I pensionamenti e le mancate sostituzioni entro il 2028 mancheranno oltre 14mila medici di base in Italia, un terzo dei quali, circa 4167, nella sola Lombardia.
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È l’allarme lanciato dal’on. Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier.
“Secondo quanto diffuso dalla Federazione Italiana dei Medici di medicina generale, nei prossimi cinque anni, su base nazionale, smetteranno di esercitare 14.908 medici di famiglia. Quindi, circa 14 milioni di italiani rischiano di rimanere senza medico di base. In Lombardia è stato stimato che nell’arco temporale 2018/2028 andranno in pensione circa 4.167 medici di famiglia”, ha spiegato Cecchetti. Aggiungendo: “Il Ministro Speranza ora batta un colpo. La grave carenza dei medici di base si allarga a macchia d’olio. Interi quartieri privi di questo presidio sanitario fondamentale; cittadini che di colpo non sanno più a chi rivolgersi, costretti a fare i pendolari tra mille disagi per raggiungere il medico di base più vicino. Emblematico il caso in provincia di Pavia degli ottocento mutuati, di cui molti anziani, costretti a viaggiare da Suardi, Gambarana e Pieve del Cairo sino a Lomello dopo il pensionamento del loro medico di base.
In tutta la Lombardia si stimano circa 250mila persone penalizzate. Un dato tanto inaccettabile quanto allarmante. Che l’emergenza Covid abbia peggiorato la situazione è chiaro a tutti, ma altrettanto chiara dev’essere al governo la necessità di correre subito ai ripari con soluzioni concrete visto che le borse di studio sono definite a livello nazionale. Regione Lombardia sta lavorando per risolvere il problema nell’ambito delle proprie competenze. Il ministro Speranza – ha concluso Cecchetti – faccia altrettanto. Per esempio, con un piano nazionale di revisione dell’attuale assetto del sistema della medicina territoriale. Meno tagli in sanità, più investimenti: solo così potremo valorizzare la figura dei medici base e garantire una loro presenza soddisfacente negli ambulatori territoriali nazionali”.
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