EQUO COMPENSO PER TUTTI
ProfessionItaliane sul testo di legge da giovedì in Aula alla Camera
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“Equo compenso per i professionisti da applicare indistintamente a tutte le imprese e le Pubbliche amministrazioni”. Alla vigilia della ripresa dell’iter legislativo del disegno di legge in Commissione Giustizia della Camera (che sbarcherà in Aula, secondo quanto previsto dal calendario, giovedì 8 luglio, ndr), ProfessionItaliane, l’Associazione che racchiude al proprio interno le rappresentanze professionali di Cup e Rpt, chiede, recita una nota, “una normativa chiara ed inequivocabile.
Il principio dell’equo compenso, infatti, va esteso a tutte le realtà economiche e non limitato, come previsto dall’articolo 2 del ddl, solo alle imprese che nel triennio precedente al conferimento dell’incarico hanno occupato alle proprie dipendenze più di sessanta lavoratori, o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro”. “Siamo molto soddisfatti dell’accelerazione che il Parlamento ha inteso dare ad un tema così sentito all’interno della comunità degli Ordini professionali. La ripresa economica che si è innescata nelle ultime settimane, dopo un lungo periodo di crisi, rischia di creare degli effetti distorsivi del mercato a sfavore del professionista. Per questo motivo è quanto mai necessario e urgente un quadro di riferimento legislativo inequivocabile”, spiega il presidente di ProfessionItaliane Armando Zambrano, “Chiediamo al Parlamento”, aggiunge la vicepresidente dell’associazione, Marina Calderone, “di calare questo provvedimento nella realtà del nostro Paese, che non è quello preso in considerazione generalmente dalla legislazione europea”. ProfessionItaliane auspica che, “in una rinnovata stagione di riforme, si possa arrivare al più presto all’approvazione di un provvedimento determinante per il futuro delle professioni”, si legge, infine
“L’arrivo in Aula nei prossimi giorni di un testo unificato sull’equo compenso che mette insieme le proposte precedentemente formulate dagli onorevoli Meloni, Mandelli e Morrone – dichiara il vicepresidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Giorgio Luchetta – è un’accelerazione importante che speriamo sia sintomatica di una reale e condivisa volontà politica di superare gli attuali limiti che caratterizzano la normativa”. Secondo Luchetta “così com’è oggi, la normativa vigente non è in grado di garantire una reale e concreta tutela dell’equità del compenso professionale. Serve un compenso minimo obbligatorio. Segnaliamo da tempo – prosegue Luchetta – la necessità di ampliare l’ambito applicativo delle disposizioni di tutela dell’equo compenso, indicando in particolare l’opportunità di estendere tale disciplina oggi vigente solo nella contrattazione massiva tra professionista e contraente forte, ossia banche e assicurazioni, ovvero tra professionista e Pubblica Amministrazione, anche a un qualsiasi accordo con un diverso cliente – committente, eliminando qualsiasi riferimento alla natura o alla dimensione di quest’ultimo. Nell’articolato che sarà a giorni in aula, l’estensione operata dall’art. 2 alle sole imprese che presentano importanti parametri dimensionali non appare significativo al fine di assicurare un’adeguata e concreta tutela dell’equo compenso dei professionisti, considerato che nel contesto italiano molte imprese di piccola e media dimensione risultano essere contraenti forti rispetto al professionista. Sarebbe pertanto auspicabile – conclude Luchetta – prevedere che la disciplina venga estesa quantomeno a tutte le imprese, escludendo dunque dal suo ambito applicativo solo i soggetti individuati come consumatori”,
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