LA STRADA IN SALITA DI DRAGHI SULLA GIUSTIZIA
Le intenzioni bellicose sfumano. Il leader in pectore del M5S chiede solo un confronto sul testo Cartabia. Letta apre: diritto-dovere del Parlamento di migliorarlo ma senza stravolgerlo
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Il testo del ddl è all’esame della commissione e ad ora sembra impossibile che possa andare in aula venerdì 23 luglio. Il calendario dei lavori parlamentari di questa settimana, infatti, dovrà vedersela con il dl Semplificazione: appare ragionevole, dunque, che per una questione tecnica il ddl firmato dalla Cartabia slitti lunedì 26 luglio. Sul testo potrebbero pesare, poi, circa 700 emendamenti, alcuni dei quali su temi delicati. La commissione guidata da Mario Perantoni (M5S), avrebbe quindi solo mercoledì per esaminarlo e licenziarlo per l’aula con mandato al relatore. Senza contare che tecnicamente il disegno di legge deve avere i pareri vincolanti delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali.
È durato circa un’ora l’incontro a Palazzo Chigi tra il leader in pectore del M5s, Giuseppe Conte con il premier, Mario Draghi. Al centro del colloquio la riforma della giustizia, sulla quale l’ex premier e il Movimento 5 stelle hanno annunciato che daranno battaglia perché sia modificata in Parlamento: “Ho assicurato il contributo del M5s”, ha detto Conte parlando con i giornalisti alla fine dell’incontro. “Ho assicurato l’atteggiamento costruttivo da parte del M5s. Anche durante i lavori parlamentari adesso daremo il nostro contributo per migliorare e velocizzare i processi, ma saremo molto vigili nello scongiurare soglie di impunita. Il governo ha a cuore tempi rapidi ma c’è una dialettica parlamentare. Non abbiamo parlato di fiducia ma di eventuali interventi che possano migliorare il testo”, spiega. “Sulla riforma io per primo dico ‘mettiamo da parte le ideologie‘. Cosa vogliamo assicurare agli italiani? Una riforma della giustizia con tempi chiari e definiti ma anche assicurando il principio che alle vittime dei reati va assicurata giustizia. Non possiamo creare le condizioni di rischio che possano svanire nel nulla i processi. E queste sono preoccupazioni che devono riguardare tutte le forze politiche”. Conte ha detto di non aver parlato solo della riforma della giustizia, ma anche dei temi sul tavolo del governo in queste settimane. E tra i temi che stanno più cari ai 5 stelle, dopo la riforma della giustizia, c’è quello della transizione ecologica. “Il ministro Cingolani ha tutta la nostra fiducia, è un ministro che sta lavorando molto e il M5S darà un grande contributo. Tutti parliamo di transizione ecologica ma come realizzarla, come declinare i progetti, come perseguire l’economia circolare, beh su questo bisogna rimboccarsi le maniche e passare dagli slogan ai fatti concreti“.
Enrico Letta interviene sul ddl all’esame della commissione Giustizia della Camera e apre a quelle modifiche che potrebbero far ritrovare la compattezza alla maggioranza di governo. Ma non senza paletti: “Credo che i tempi stretti chiesti dal governo, e che io condivido, siano compatibili con qualche piccolo aggiustamento – puntualizza – in prima o anche in seconda lettura. A patto di non stravolgerne l’impianto”. Insomma il Partito democratico resta il primo sostenitore del testo e non ha alcuna intenzione – come filtra da fonti Dem – di ostacolarne l’approvazione, scongiurando così il rischio di rimandare tutto alle Calende greche. “Non c’è alcun dubbio che la riforma sia giusta e necessaria: dopo molti anni si va finalmente nella direzione di superare lo scontro politico tra giustizialismo e finto garantismo che ha tenuto in ostaggio il Paese troppo a lungo – spiega il capo del Nazareno dalle pagine del Corriere della Sera – Ma proprio perché è di importanza strategica, penso che il Parlamento abbia il diritto, direi il dovere, di contribuire a migliorarla”. Migliorie che, secondo Letta, devono essere affidate allo stesso Guardasigilli a cui spetta “il volante, la guida di questo confronto nelle Camere”.
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