Green pass, trovata la quadra in Consiglio dei ministri.
Ecco chi deve averlo e quali sono le sanzioni
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Green pass esteso ai lavoratori delle Residenze sociosanitarie assistenziali che ospitano anziani, fragili e disabili ed a quelli di mense e pulizie scolastiche ed universitarie: è la soluzione trovata in consiglio dei ministri, con il varo del nuovo decreto legge per estendere ulteriormente il certificato verde in chiave anti- coronavirus. Il personale citato, se verrà trovato sprovvisto di pass a seguito di controlli sarà punito con una sanzione da 400 a mille euro. da applicarsi sia ai lavoratori che non avranno la certificazione, sia ai dirigenti e ai datori di lavoro cui sono affidati i controlli.
C’è di più. L’obbligo di mostrare il pass trascende il personale e fino al 31/12, data di fine emergenza, dovrà adempiere chiunque acceda a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative. E non finisce qui. Il premier Mario Draghi prevede un ulteriore ampliamento dell’obbligo di pass prossima settimana, ventilato anche dal viceministro della Salute Andrea Costa a Radio 24. L’obiettivo è l’estensione graduale del passaporto vaccinale a tutti i lavoratori del pubblico e del privato, piccole e grandi imprese, per entrare in ufficio o in fabbrica. In caso di gradualità dell’allargamento, i primi interessati appaiono i lavoratori a contatto con il pubblico, non solo gli sportellisti, ma anche ristoratori, baristi, istruttori sportivi. Intanto, in parallelo al nuovo decreto legge, la Camera ha approvato con 259 voti favorevoli, 34 contrari e 2 astenuti il Decreto Legge 105 “Covid” del 23 luglio che contiene le norme sul green pass in vigore dal 6 agosto (accesso a fiere, congressi, ristoranti al chiuso, teatri, cinema, piscine, palestre, centri culturali, stadi e centri sportivi) e proroga a fine anno lo stato di emergenza nazionale rivedendo i parametri sanitari per il passaggio di colore nelle regioni del Paese, ora più legato a ricoveri e passaggi in terapie intensive che alla conta dei casi positivi di Covid-19.
La norma ora deve essere votata in Senato prima di diventare legge ma è blindata e registra intanto ben 259 voti a favore tra cui quelli della Lega, che pure nei giorni scorsi aveva votato insieme all’opposizione di Fratelli d’Italia per esentare dal vaccino tutti gli under 18, insistendo sui tamponi gratuiti. In realtà all’articolo 4, dopo l’esame della Commissione Affari Sociali, il decreto contiene una norma che allarga di molto l’obbligo di green pass: deve mostrarlo non più solo chi entra nelle sale d’attesa dei reparti ospedalieri accompagnando un parente malato ma anche chi entra in qualunque centro di diagnostica e poliambulatorio specialistico. A chi è provvisto di pass le direzioni sanitarie garantiscono la possibilità di visita con cadenza giornaliera, consentendo anche di prestare assistenza quotidiana ove la persona ospitata non sia autosufficiente. Inoltre, per l’accesso alle prestazioni di pronto soccorso è sempre necessario sottoporsi al tampone rapido.
Ed ecco le altre misure del decreto di un certo peso. Intanto si allunga la durata del pass vaccinale da 9 a 12 mesi. Il testo originario del decreto legge consente il rilascio del green pass a chi ha avuto il Covid ed esegue una sola dose di vaccino (finora conseguire il pass in caso di pregressa malattia era un guaio burocratico). D’ora in poi sia i vaccinati con due dosi sia quelli che hanno avuto il Covid e una dose di vaccino vedono estendersi la validità del riconoscimento dei loro vaccini da 9 a 12 mesi. Sempre riguardo ai tamponi, si estende l’emissione del green pass anche ai test effettuati su campioni salivari, “nel rispetto dei criteri stabiliti con circolare del Ministero della Salute”. Nello stesso articolo che calmiera a 8 euro i prezzi dei tamponi per i 12-18 enni con un contributo di 7 euro del Ssn, si conferma il testo originario volto ad assicurare, adesso fino al 30 novembre 2021, la somministrazione, presso le farmacie e altre strutture sanitarie, di test antigenici rapidi a prezzi contenuti. Infine, “per rafforzare la prossimità e la tempestività dei servizi di vaccinazione antinfluenzale per la stagione 2021/22″ e coordinarli con la campagna vaccinale Covid”, il Ministero della salute sentiti il Commissario Covid e la Fofi, definirà con Regioni e sindacati delle farmacie un Protocollo per far concorrere le farmacie territoriali alla vaccinazione antinfluenzale di cittadini maggiorenni a carico del servizio sanitario. Una competenza che fin qui era stata affidata, nei termini su esposti, alla sola medicina generale.
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