Perché la Rai è persa, senza speranza
A parte i contenti e gli scontenti, pur nella valutazione di specifiche professionalità di cui in qualche modo sembra che abbia tenuto conto, ci torna alla memoria l’impegno di Fuortes a tenere i partiti fuori dalle sue decisioni
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L’ad della Rai, Carlo Fuortes, tra le tanto vantate novità della sua amministrazione, si era particolarmente distinto per due: l’estensione del canone/imposta anche a media device e l’impegno ad una Rai indipendente dai partiti (1). Nel bel mezzo gli è piombata la bega della Commissione Ue che ha detto che non va bene la riscossione del canone tramite bolletta elettrica e che dal 2023 occorre cambiare (2).
In attesa di accendere una nuova luce su questi tre problemi, il nostro ad ha fato nuove nomine nelle testate giornalistiche (3). A parte i contenti e gli scontenti, pur nella valutazione di specifiche professionalità di cui in qualche modo sembra che abbia tenuto conto, ci torna alla memoria l’impegno di Fuortes a tenere i partiti fuori dalle sue decisioni. Impresa titanica di per sé, visto che la lottizzazione non potrebbe non esserci nell’informazione/spettacolo di Stato.
Ed è stata confermata non solo titanica, ma impossibile. La novità sembra che il cosiddetto manuale Cencelli che Fuortes ha utilizzato abbia fotografato più gli attuali poteri parlamentari in divenire che la composizione numerica: si sa (sondaggi) che il maggiore partito in Parlamento (M5S) è in notevole calo, come si sa che altri partiti oggi poco avvezzi col governo (FdI) sono in vorticosa crescita (sempre sondaggi), mentre altri di governo sono altalenanti. Il partito di Giovanni Conte (M5S), arrabbiato, ha fatto sapere che andrà in altre tv, gli altri tutti zitti (incassano e portano a casa).
Ci scusiamo con chi legge per questa dissertazione sulla lottizzazione Rai, mediamente una delle tematiche più noiose quanto scontate del panorama dell’informazione di Stato… ma l’abbiamo riportata proprio per far capire (per chi avesse ancora dubbi e perplessità) la situazione comatosa in cui versa l’informazione che ognuno di noi paga con il canone. Tanto comatosa che l’ad Fuortes, per applicarla, non si è fatto scrupolo di procedere in modo contrario di come si era presentato dopo la sua nomina (4): “una Rai indipendente dai partiti”.
Se aspiriamo a vivere in un Paese dove informazione e potere dovrebbero essere uno controllore dell’altro, rassegnamoci: la Rai è persa. E’ in quell’”altrove” estraneo alla possibilità che uno Stato ci possa informare sviluppandoci capacità critica. Alla Rai, oltre all’alimentazione professionale di se stessa e dei propri poteri, interessa essenzialmente formare sudditi.
Lo slogan “la Rai si abbatte e non si cambia” è quantomai di attualità. Lo hanno chiesto gli italiani tempo fa con un referendum che chiedeva la privatizzazione, forse è il caso di procedere ad una nuova richiesta referendaria di cittadini, spettatori e contribuenti (5).
Comunicato Aduc
1 – https://tlc.aduc.it/rai/articolo/imposta+canone+rai+referendum+libera+informazione_33412.php
2 – https://tlc.aduc.it/rai/comunicato/canone+rai+non+piu+bolletta+elettrica+troveranno_33463.php
4 – nomina, anche questa, dei partiti….
5 – https://tlc.aduc.it/rai/comunicato/canone+rai+non+piu+bolletta+elettrica+troveranno_33463.php
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