Anno: XXV - Numero 217    
Martedì 26 Novembre 2024 ore 13:30
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Il superenalotto delle pensioni

L’audizione del prof. Mauro Marè, Presidente del MEFOP S.p.A., in Commissione Bicamerale di Controllo degli Enti previdenziali ha chiarito qual è la strategia in campo che credo vada illustrata agli iscritti, notoriamente a digiuno di queste vicende

Il superenalotto delle pensioni

La storia di Inpgi1, traslocata armi e bagagli all’INPS, che sarà opportunamente rifinanziato per appianare i debiti, con sospensione dell’obbligo legale di commissariamento, ha acceso un faro sulla situazione di sostenibilità delle Casse di previdenza dei professionisti che sono tante (20), troppe per una platea ristretta di professionisti (1.700.000 circa).

Si va verso la contrazione dei redditi, la contrazione degli attivi e vi è quindi la necessità conclamata di portare il patrimonio accumulato sui mercati finanziari per raggiungere un rendimento, possibilmente a doppia cifra, tale da garantire la sostenibilità di lungo periodo.

Però, c’è un però, nel senso che più alto è il rendimento e maggiore è il rischio che si deve correre e il rischio è quello di perdere le pensioni.

Il prof. Mauro Marè è partito da una argomentazione incontestabile e cioè che le Casse di previdenza dei professionisti hanno destinato agli investimenti domestici 34,9 miliardi, pari al 34,6% del totale, mentre agli investimenti non domestici hanno destinato 48 miliardi, pari al 47,7% delle attività.

I fondi pensione pure hanno destinato agli investimenti domestici 38,6 miliardi, pari al 23,8% del totale, mentre riservano agli investimenti non domestici 110 miliardi, pari al 68,3% delle attività.

Il prof. Marè spiega poi le ragioni di questa differenziazione e si pone il problema del che fare?

Per il prof. Mauro Marè, per potenziare gli investimenti nell’economia reale italiana, vi è la necessità di un veicolo ad hoc e cioè di un fondo di investimento autonomo per far affluire risorse all’economia reale con indubbi vantaggi di economia di scala.

Le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) hanno assunto, negli ultimi anni, e ancor più nel contesto della crisi globale derivante dalla pandemia del COVID-19, un ruolo centrale. Molte banche ed investitori istituzionali stanno mostrando un interesse sempre crescente verso tematiche legate alla sostenibilità e alla promozione di flussi di capitale sostenibili. Le società finanziarie e non finanziarie stanno acquisendo sempre maggiore consapevolezza sul ruolo della sostenibilità in ottica di trasformazione di un modello di business “ESG oriented”, in termini di adeguamento al framework normativo nonché di creazione di valore condiviso per l’azienda e per tutti gli stakeholders.

Il rischio che finisca in bolla è concreto come attestato dall’ultima RICERCA SUL TEMA DI  PWC ITALIA la quale mette in evidenza che il 49 % degli intervistati ha dichiarato di essere pronto a vendere la partecipazione dell’azienda che  non sta facendo quanto è nelle sue possibilità per affrontare le questioni Esg (Plus del Il Sole24ore,  pag. 16).

Il 26 maggio l’assemblea di Cassa Depositi e Prestiti ha approvato la costituzione del Patrimonio Rilancio, lo strumento straordinario e a carattere temporaneo, alimentato da risorse del Ministero dell’Economia e delle Finanze e gestito da Cdp nell’ambito di un patrimonio del tutto autonomo e separato.

La misura è rivolta alle imprese italiane con fatturato superiore a 50 milioni di euro, che potranno rafforzare la propria struttura patrimoniale grazie a un portafoglio di interventi, con limitati impatti sulla governance, quali strumenti ibridi di patrimonializzazione e aumenti di capitale, ricorda una nota del gruppo Cassa depositi e prestiti (che vede un ribaltone ai vertici: il Governo ha nominato come amministratore delegato Dario Scannapieco al posto di Fabrizio Palermo).

Ma c’è chi ha anticipato CDP!

Non a caso, si apprende da altre fonti, è nata HOPE S.B. Sicaf Retail per guidare la trasformazione del Paese verso la sostenibilità, con la benedizione di Banca d’Italia e della CONSOB.

Infatti, HOPE Holding di partecipazioni economiche SpA e S.B. ha ottenuto la prima licenza Sicaf Retail della storia della Repubblica italiana, autorizzata da Banca d’Italia, previo parere di CONSOB, proponendosi poi di qualificarsi come PIR alternative, con investimenti nell’economia reale del Paese.

HOPE nasce come piattaforma innovativa di investimento Equity e Quasi–equity per convogliare il risparmio privato degli investitori istituzionali e delle famiglie italiane per investimenti in imprese e città d’eccellenza (Best of Italy e Best in Italy) e supportarne attivamente la trasformazione e innovazione, per ottimizzare competitività, attrattività e sostenibilità – finanziaria, sociale ed ecologica – nel lungo periodo.

Si guarda al risparmio privato delle famiglie italiane, oggi pari a circa 4,7 trilioni di Euro rispetto ai 2,6 di debito pubblico e al patrimonio degli enti istituzionali, tra i quali i fondi pensione e le Casse di previdenza.

Nel Board di HOPE, composto da sette membri di cui sei non executive, troviamo l’avv. Nunzio Luciano, già presidente per molti anni di Casse Forense ed ora presidente di EMAPI – Ente di Mutua Assistenza per i Professionisti Italiani. Nulla accade per caso ma è il tassello di una precisa strategia.

L’idea proviene da professionisti di indubbie capacità però, sia per il patrimonio delle Casse di previdenza ma anche dei fondi pensione, va rimarcata la natura previdenziale della provvista che ha come mission quella di garantire la corresponsione di pensioni obbligatorie di primo pilastro per le Casse di previdenza e complementari volontarie di secondo pilastro, ma sempre pensioni, per i fondi pensione.

Chi paga se gli investimenti non daranno i rendimenti a doppia cifra attesi?

L’operazione va benissimo se avrà la garanzia finale dello Stato così com’è avvenuto per INPGI1 dove lo Stato ha sospeso l’efficacia della legge, la 509/1994, ripianando, attraverso il finanziamento ad INPS, i debiti dei giornalisti dipendenti.

Senza la garanzia finale dello Stato non v’è chi non veda come si mettano a rischio le pensioni di 1.700.000 professionisti.

Se il futuro delle Casse dipende dall’andamento dei mercati finanziari e dallo spread, bisogna prima informare gli iscritti e poi costruire un veicolo che sia garantito dallo Stato.

È vero che con la garanzia pubblica si rischia il moral hazard, che nella sua definizione macroeconomica è l’assunzione da parte di un soggetto, in questo caso della Casse e dei Fondi pensione, di un rischio estremamente elevato, a fronte di incentivi allettanti per gli assuntori dei rischio , mentre le eventuali conseguenze negative verrebbero fatte ricadere sulla collettività degli iscritti o sullo Stato detto “Pantalone” … ma con il regolamento investimenti si possono disciplinare tutte le modalità, sia quantitative che qualitative proprio per debellare il moral hazard.

Che cos’è il moral hazard e come funziona?

Scopriamo insieme il significato del termine attraverso una definizione operativa. Con questa accezione s’intende il rischio morale come forma di opportunismo economico, laddove un soggetto economico non risulta passibile delle conseguenze dovute alle proprie azioni e per questo motivo si comporta diversamente da come invece farebbe nel caso in cui dovesse subirle.

Nella pratica, l’azzardo morale avviene quando un soggetto o un’istituzione economica utilizza i soldi raccolti da un soggetto terzo in operazioni ad alto rischio senza preoccuparsi di quanto potrebbe avvenire in caso di eventi avversi, vista l’impossibilità della controparte di verificare la presenza di un comportamento doloso o negligente. Il rischio morale si è dimostrato alla base dell’ultima grande crisi economica del 2008, nella quale i mutui subprime e le cartolarizzazioni dei debiti dei mutuatari hanno portato alla bolla immobiliare ed allo scoppio delle susseguenti crisi del settore finanziario. (Glossario e definizione di Trading e Finanza)

Senza garanzie quanto proposto sarebbe di per sé un moral hazard: in ogni caso deve essere sempre prioritariamente tutelata l’autonomia gestionale degli investitori previdenziali che hanno comunque come obiettivo primario l’erogazione di una prestazione pensionistica.

Ad ogni buon conto se nei fondi pensione l’iscritto si sceglie la linea di investimento, ugualmente deve avvenire per le Casse dei professionisti, ad oggi, ed è gravissimo, prive di regole cogenti.

Dopo oltre un anno di pandemia, gli italiani risparmiano di più e hanno più risparmio in portafoglio. Un risparmio che è disegualmente distribuito, visto che alle disparità tradizionali, ad esempio tra anziani e giovani, se ne sono aggiunte di nuove, che sono esito, ad esempio, della crisi pandemica di lavoro autonomo e piccola impresa. Il risparmio degli anziani è stato poi il carburante del welfare intrafamiliare, con genitori e nonni ben patrimonializzati che hanno trasferito risorse a figli e nipoti colpiti dalla crisi: ben il 50,8% dei giovani definisce gli anziani della propria famiglia come il proprio bancomat. In definitiva, Covid-19 ha rilanciato la centralità del risparmio negli stili di vita degli italiani pressati dall’emergenza: ora è urgente metterlo in movimento (Censis, 2° Rapporto gli italiani e la finanza sostenibile, Roma 15.9.2021).

Il 63,4% degli italiani conosce o ha sentito parlare di prodotti Esg, con valori più elevati tra giovani (68,4%) e laureati (71,9%).

Da dove prendono le informazioni sul tema? In primis da televisione e radio (30,7%, 39,9% tra gli anziani) poi da social (21,2%, 35,3% tra i giovani), web (16,5%, 24% tra i giovani) e quotidiani (14,1%, 17,6% tra gli over 65).

Il 52,5% degli italiani sarebbe interessato ad investire i propri risparmi nell’acquisto di prodotti Esg: di questi, il 23,3% li definisce la loro prima scelta di investimento e a farlo sono soprattutto giovani (34,2%), imprenditori e liberi professionisti (45,8%), dirigenti (44,9%) e laureati (31,1%).

Alla richiesta di indicare una priorità tra i tre fattori che connotano gli Esg, ambiente, sociale e governance, gli italiani richiamano molto di più la dimensione ambientale

Sulla moda degli investimenti ESG ci sarebbe molto da dire, anche il rischio di finire in una bolla come già è accaduto per la moda dei tecnologici.

Tariq Fancy, scelto da BlackRock, il più grande fondo del mondo, nel 2018 come primo chief investment officer globale per gli investimenti sostenibili dell’asset manager americano, ha definito la moda degli ESG “un placebo pericoloso che danneggia l’interesse pubblico”.

Per Fancy le istituzioni finanziarie hanno un’ovvia motivazione a spingere per i prodotti ESG, dato che questi hanno commissioni più alte.

L’ESG è positivo o negativo e lo stesso vale per la finanza, tutto dipende dall’uso che se ne vuol fare e dai manovratori e , soprattutto, dall’interesse che li muove.

E a chi, come il gabbiano di Richard Bach, vuole spingersi sempre più in alto ricordo che Dedalo raccomandò al figlio Icaro di volare a mezza altezza in modo che l’umidità non appesantisca le ali e che il sole non faccia sciogliere la cera perché, aggiungo io, nello zainetto ci sono contributi previdenziali di terzi ignari ma obbligati al versamento e non lo Stormo Buonappetito!

Il Sole 24Ore nel suo inserto “I tuoi diritti”, alla pag. 18, insiste su due parole chiave che sono “l’adeguatezza” e “l’appropriatezza” che significa dovere di informazione al cliente, in questo caso l’iscritto obbligato per legge ad esserlo, della pericolosità dell’investimento. Nel caso di investimenti in prodotti illiquidi l’informazione all’iscritto dovrà essere adeguatamente rafforzata, diversamente all’iscritto diamo in mano una schedina da giocare al superenalotto delle pensioni.

È finito il tempo in cui potevi disinteressarti della finanza.

C’è stata un’epoca in cui molti di noi potevano tranquillamente saltare le pagine dedicate sul quotidiano, o cambiare canale durante la rubrica finanziaria del telegiornale. Quell’epoca è preistoria, ormai.

Se oggi commetti la leggerezza di ignorarla sarà lei che verrà a cercarti, per trascinarti fuori di casa, via dal tuo posto di lavoro. Letteralmente. la finanza, in modo spettacolare e pervasivo, domina ormai le nostre esistenze, come individui e come collettività  (Claudio Scardovi  in arte John Stitch Ceo di HOPE Sicaf spa) .

La speranza è che alla fine del viaggio ognuno possa sentirsi un po’ più attrezzato per comprendere il magico e oscuro universo della finanza magari, e lo consiglio vivamente, leggendo il capitolo di Pinocchio nel Paese degli Acchiappacitrulli!

Il problema non sono i lupi in branco, ma il gregge. Non è aprendo la caccia al lupo che si risolve il problema delle predazioni di pecore ma facendo cultura previdenziale e finanziaria, come io cerco di fare.

Tratto da Diritto e giustizia

 

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