I Consiglieri di Coa e Cnf al terzo mandato si dimettano
Queste scelte vanno davvero apprezzate, anche se tardive, ma non possiamo dimenticare che ci sono casi che purtroppo vanno in senso contrario
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Proprio perché ci sono ancora Consiglieri, e persino Presidenti, che restano in carica nonostante la loro elezione in contrasto con i requisiti di legge, occupando senza legittimazione la carica nel COA di appartenenza, lanciamo un grido di protesta! Non è ammissibile che degli avvocati, per funzione impegnati nell’affermazione della vigenza della legge e nella logica del servizio, disattendano tanto la norma quanto le decisioni delle più alte magistrature e che ciò avvenga solo per difendere la loro poltrona. Senza paura, siamo quindi i primi a chiedere che la scelta di dimettersi sia adottata SUBITO da tutti i Consiglieri dei Coa in carica contra legem. I principi statuiti da Cassazione e Corte Costituzionale, ma contenuti anche nella norma di riferimento, non valgono però solo per i Coa: per questo, il Movimento Forense invita a rassegnare le dimissioni anche quei Consiglieri del Cnf, rappresentanza apicale della categoria, che sono in carica nonostante abbiano già svolto più di due mandati. Per far sì che la nostra categoria professionale venga rispettata ed ascoltata è doveroso che chi ha voluto finora ”resistere” alle norme che gli sottraevano la poltrona, nonostante l’acclarata decisione delle superiore giurisdizione, faccia un passo indietro. Fermare questa corsa di singoli rappresentanti verso il baratro dell’illegalità è necessario anche per non dar risalto a chi nell’avvocatura sostiene che queste condotte siano generalizzate e che in tutte le rappresentanze forensi vi sia un collettivo perseguire il mero interesse personale. La realtà è ben diversa, e non possiamo dare alcun alibi a chi scaglia fango sull’avvocatura. Un passo indietro di pochi è un passo in avanti per tutti. Le nostre priorità sono, e debbono essere altre, perché le lotte intestine di alcuni rubano energie e forza al perseguire i veri obiettivi della rappresentanza dell’avvocatura. Ora, come sempre, abbiamo bisogno di rappresentanze forti, autorevoli e condivise, per portare il governo ad occuparsi dei problemi della nostra professione e della giustizia.
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