Avvisi bonari, agenzia delle entrate in affanno
Nuovo caos alla ripresa degli invii delle comunicazioni di controllo da parte del Fisco
La ripresa degli invii, tutti in una volta, dei cosiddetti avvisi bonari (ossia i controlli automatici o formali sulle dichiarazioni dei redditi, ex art.36-bis e 36-ter del DPR 600/73) per gli anni fiscali 2017-2018-2019 ha messo in affanno l’Agenzia delle Entrate che, tra dipendenti in smart working e interlocuzioni in presenza all’osso per le misure restrittive anti-Covid, stenta a evadere le istanze conseguenziali. A farne le spese sono ancora una volta commercialisti e contribuenti. È l’ultima, ennesima, denuncia che parte dall’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Odcec) di Salerno presieduto da Salvatore Giordano.
“Dopo la sospensione dell’invio di accertamenti per l’emergenza – spiega accorato il presidente Giordano – la scelta fatta a livello centrale di farli ripartire tutti insieme si è dimostrata nefasta, a danno di contribuenti e intermediari. Purtroppo, infatti, gli uffici dell’Agenzia delle Entrate non sono in grado di reggere l’urto delle istanze telematiche presentate dai commercialisti e al tempo stesso evitano gli appuntamenti in presenza che consentirebbero spesso una più chiara, facile e veloce risoluzione dell’oggetto delle comunicazioni di irregolarità. Il che, decorsi i termini (30 giorni) in cui il contribuente può inviare informazioni e documenti qualora rilevi che l’Agenzia abbia commesso errori o non abbia preso in considerazione elementi che l’hanno indotta in errore, si traduce nell’emissione della cartella esattoriale, innescando così la giustizia tributaria e tutto ciò che comporta, in termini di tempi e lavoro, per valutare le posizioni dei contribuenti ed eventualmente far valere le loro ragioni”. Una situazione davvero complessa che espone dunque i cittadini interessati al rischio della moltiplicazione delle sanzione pur avendo utilizzato il Civis, il canale di servizio e assistenza che l’AdE indica di utilizzare per queste comunicazioni. “A parte che tutto ciò implica, per noi commercialisti, un doppio lavoro e un impasse spesso incomprensibile per il cliente, che giustamente reclama il diritto di risolvere celermente le proprie pendenze come lo Statuto del contribuente gli assicura – spiega ancora Salvatore Giordano – non riteniamo corretto che le difficoltà di gestione e organizzazione dell’AdE ricadano sulla nostra Categoria. Ancora una volta noi commercialisti siamo messi, nostro malgrado, al centro di un rapporto fatto di fuoco incrociato tra Fisco e cittadini, e come dei Don Chisciotte lottiamo conto i mulini a vento di un sistema erariale che non conosce se stesso e i propri limiti sui singoli territori e, soprattutto, non si prodiga né si interessa per un’equa interlocuzione con il mondo reale. Il nostro è un grido di dolore e di richiesta di aiuto alle istituzioni – conclude il presidente dell’Odcec Salerno – affinché situazioni del genere non si prolunghino ulteriormente né si ripetano più”.
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