Così l'esecutivo vuol stanare gli ultimi irriducibili No Vax
Una spallata l'ha data l'ombra di Omicron che incombe anche sul nostro paese e l'impennata dei contagi favorita dalla stagione fredda.
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Una situazione delicatissima che ha indotto il premier Draghi a rompere gli indugi e prorogare lo stato di emergenza fino al 31 marzo. Oggi o domani il provvedimento sarà approvato in un Cdm straordinario. E la decisione deluderà chi sperava che con la fine dell’anno si mettesse una pietra sopra anche agli obblighi vaccinali allargati necessari per contrastare un virus dalle mille facce.
Ma intanto domani scattano le prove tecniche per l’obbligo vaccinale (terza dose compresa) esteso al personale scolastico, ai sanitari, anche amministrativi, alle forze dell’ordine, personale penitenziario. Una platea difficile da quantificare, che non supera i 200mila addetti, molti dei quali snobbano il vaccino per convinzione, per disinformazione o solo per paura.
Si comincia dalla Polizia. Su 96mila agenti, circa 7-8 mila non sono vaccinati. Molti dei ritardatari si «arrenderanno» al nemico vaccino, ma una fetta sia pure piccola dovrà appendere la divisa nell’armadio fino a data da destinarsi. I poliziotti, ma anche gli allievi e frequentatori di corsi di formazione, hanno 23 giorni in tutto per mettersi in regola. Dopo scatta la sospensione con il blocco dello stipendio. E non mancano gli irriducibili. «Circa 500/1.000 poliziotti non si vaccineranno, nonostante l’obbligo imposto dalla legge» spiega Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. «Ci sono motivazioni più disparate – spiega il sindacalista -: paura degli aghi, dei farmaci… L’avversione è stata alimentata anche dalle fake news. Gli agenti confusi non cambieranno idea, preferiscono essere sospesi dal lavoro pur di evitare il vaccino. Avevamo anche un medico no vax che remava contro il vaccino. Ma lui è già fuori».
Nelle Forze armate la media dei vaccinati con almeno una dose è invece dell’89,97. La Marina è il corpo più ligio, 89,09 con doppia dose; l’Esercito ha recuperato il ritardo e si attesta all’87,27 per il ciclo completo; l’Aeronautica si ferma all’85,55% mentre i Carabinieri sono all’84,47%: i meno vaccinati. Su oltre 275mila militari ne restano da vaccinare 38mila. E per loro le regole sono chiare: una direttiva dello Stato maggiore della Difesa sottolinea che la vaccinazione per il personale diventa «un requisito essenziale» per il servizio. E il mancato rispetto dell’obbligo comporta «l’immediata sospensione del lavoro e la perdita del diritto alla retribuzione» oltre al blocco dell’anzianità e della maturazione delle ferie. Chi non si ravvede dovrà reggere senza stipendio fino a giugno, visto che la sospensione, per legge, cesserà di essere efficace dopo sei mesi dalla data del 15 dicembre.
Per i sanitari valgono le stesse regole. Ma qui la vaccinazione è stata bulgara, di oltre il 94% già a fine settembre visto l’obbligatorietà per il comparto introdotta mesi fa. Si aggiungono gli amministrativi prima esclusi. Ma la platea di non immunizzati non dovrebbe superare le trentamila unità.
Altra categoria nel mirino, quella della scuola, composta da dirigenti, docenti, personale tecnico amministrativo (esclusi gli esterni addetti alle mense e alle pulizie). La copertura vaccinale è al 94% e su oltre un milione e mezzo di persone, mancano all’appello circa 92mila addetti. Che devono dire addio al tampone e mettersi in regola per il green pass rafforzato. Dopo l’invito a farsi vaccinare, ci sono 20 giorni di tempo.
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