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LA LEGGE SULLA MALATTIA DEL PROFESSIONISTA LEDE LA CONCORRENZA.

Alemanno all’Antitrust: la norma discrimina il diritto alla tutela dalla malattia

LA LEGGE SULLA MALATTIA DEL PROFESSIONISTA LEDE LA CONCORRENZA.

Dopo le vibranti proteste sulla norma contenuta nella Legge di Bilancio in tema di malattia del professionista e sospensione degli adempimenti fiscali che, pur se condivisibile nelle finalità, contiene un’ inspiegabile discriminazione tra i professionisti iscritti in albi ed i professionisti di cui alla Legge 4/2013 i primi ricompresi nella tutela i secondi completamente esclusi, Riccardo Alemanno

in qualità di Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi (INT) e di Vice Presidente vicario di Confassociazioni, ha scritto al Presidente dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, per evidenziare come l’art.1 della legge di bilancio al comma 933 lettera a) contenga la discriminazione, con risvolti lesivi anche della concorrenza. Si legge infatti nella segnalazione del Presidente Alemanno: “ Ho evidenziato da subito la discriminazione della norma che prevede tale giusta tutela solo per gli iscritti ad albi professionali escludendo tutti professionisti di cui alla Legge n.4 del 14/01/2013 (Professioni non ricomprese in ordini o collegi) e indirettamente anche i loro assistiti. Al momento ho solo ricevuto blande assicurazioni di futuri interventi correttivi, pur riscontrando in tutti i rappresentanti istituzionali la condivisione sul contenuto discriminatorio della norma oggetto di segnalazione.”  E ancora: “I commi da 927 a 944 dell’art. 1 della Legge 234/2021 (Legge di Bilancio) trattano la materia, in particolare la discriminazione è contenuta nel comma 933 alla lettera a): “933.

Ai fini dei commi da 927 a 944: a) per «libero professionista» s’intende la persona fisica che esercita come attività principale una delle attività di lavoro autonomo per le quali è previsto l’obbligo di iscrizione ai relativi albi professionali;

considerando una sorta di paria i professionisti di cui alla Legge n.4/2013 ed i loro assistiti, ciò è evidentemente stigmatizzabile sia sotto il profilo costituzionale che sociale, ma la norma di fatto contiene anche una grave lesione della concorrenza. 

Poiché si prevede la sospensione degli adempimenti tributari sia per il professionista, che per i suoi assistiti, i contribuenti potrebbero sentirsi maggiormente tutelati affidandosi ad un professionista indicato nella norma e questo non per maggior competenza,

ma per una tutela discriminatoria, con buona pace per professionisti quali i tributaristi, i revisori legali, gli amministratori di condominio, i consulenti informatici e di organizzazione aziendale, solo per citare alcune categorie discriminate.”

Ciò evidentemente danneggia fortemente la concorrenza, oltre a porre su diversi piani del diritto alla salute donne e uomini del settore professionale su un tema appunto come la tutela dalla malattia che a maggior ragione non deve mai prevedere limiti e differenze. Chiedo pertanto un intervento dell’Antitrust presso le Istituzioni parlamentari e governative preposte al fine di ristabilire la tutela della libera concorrenza come previsto dalle normative interne ed europee, inserendo nel dettato normativo in oggetto anche coloro che svolgono una delle attività professionali di lavoro autonomo di cui alla Legge n.4 del 14 gennaio 2013.”          

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