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Ampliare le norme su equo compenso e tariffe per tutelare maggiormente i consumatori

Si è tenuto ieri l'incontro tra i vertici del Pd e i rappresentanti delle professioni regolamentate e associative

Ampliare le norme su equo compenso e tariffe per tutelare maggiormente i consumatori

Si è tenuto ieri l’incontro tra il segretario nazionale del Partito Democratico  Nicola Zingaretti, il responsabile Imprese e professioni del Pd Pietro Bussolati, il vicesegretario Andrea Orlando,  le deputate Chiara Gribaudo e Debora Serracchiani e i rappresentanti delle professioni regolamentate e associative, dedicato all’equo compenso per le prestazioni rese dai lavoratori autonomi alla clientela pubblica e privata. “Bisogna dare piena applicazione e allargare la platea dell’equo compenso a tutti i professionisti”, ha detto Bussolati ricordando che il Pd ha fatto la riforma e che ora va applicata. E invece “negli uffici di alcuni ministeri si chiedono consulenze gratuite ai professionisti. Noi non chiediamo la reintroduzione delle tariffe, ma la possibilità di dare risposta ai professionisti strozzati dai mancati pagamenti e dalla concorrenza sleale”. Il Lazio, aggiunge Bussolati, “e lo dico da lombardo, è una delle regioni che ha la legislazione più evoluta in materia. Ed è uno dei modelli a cui fare riferimento”. All’incontro ha partecipato anche il presidente nazionale di Federnotai, Giovanni Liotta, che ha commentato: «Federnotai esprime il suo apprezzamento per ogni iniziativa dedicata all’equo compenso», .Nell’interesse della corretta informazione ai cittadini e alle imprese sul livello delle prestazioni che possono attendersi dal professionista e di quest’ultimo a una remunerazione ragionevolmente collegata al lavoro svolto – ha proseguito Liotta –, occorre lavorare a una modifica e a un ampliamento delle norme in materia. Si tratta di due facce della stessa medaglia: ridurre l’attuale difficoltà dei consumatori nel conoscere e valutare economicamente la qualità della prestazione professionale ed evitare un dumping nella fissazione del costo della prestazione stessa da parte del professionista. Entrambi rischiano di essere soggetti deboli. Il quadro europeo può aiutare a individuare il percorso da seguire: la recente sentenza della Corte di Giustizia UE nel caso delle tariffe tedesche per architetti e ingegneri conferma che sono legittime e giustificate da interessi generali delle tariffe anche minime e massime che garantiscano una maggior tutela del consumatore, che oggi ha difficoltà a comprendere “il prezzo” del servizio e la qualità della prestazione”. Andrea Mascherin, presidente del Consiglio nazionale forense ha ricordato l’attenzione al mondo delle professioni con la norma sull’equo compenso ad opera del ministro Orlando nella scorsa legislatura. “È stata una svolta importante – ha sottolineato il rappresenta l’avvocatura italiana – che ha visto la condivisione di tutte le forze parlamentari. Con questo approccio vogliamo ragionare sulla normativa, per correggere le criticità che si sono evidenziate quest’anno, che si concretizzano in comportamenti elusivi da parte dei clienti forti e a volte anche della Pa”. Mascherin ha poi ribadito come il Cnf “operi con tutte le forze politiche e guardi con interesse a chiunque intenda impegnarsi sul fronte dell’equo compenso, sia della maggioranza che dell’opposizione. Il tutto a garanzia delle prestazioni di qualità e di una sana concorrenza tra professionisti, che non può essere al ribasso sacrificando la qualità dell’opera. Infatti proprio per correggere le lacune della normativa sull’equo compenso – ha concluso Mascherin – è stato riconvocato la scorsa settimana il tavolo insieme al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e al sottosegretario Jacopo Morrone ed è stato istituito dal Guardasigilli un monitoraggio sulle violazioni alla normativa esistente”.

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