Anno: XXV - Numero 216    
Lunedì 25 Novembre 2024 ore 13:30
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Cassa Forense e il Comitato investimenti

A fine mese, Cassa Forense ha all’o.d.g. dei Delegati la modifica dello Statuto di Cassa Forense con l’introduzione, tra gli organi della Cassa, del Comitato investimenti. Credo che la discussione generale sia già conclusa e che si vada al voto degli eventuali emendamenti e della modifica statutaria.

Cassa Forense e il Comitato investimenti

Ai miei tempi il Comitato investimenti non c’era, né di fatto né di diritto.

È stato introdotto successivamente in modo surrettizio, credo con un regolamento del CdA, così scavalcando la competenza in materia che, a mio giudizio, è, e resta, del CDD.

La cosa singolare è che dal 2011 attendiamo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del regolamento investimenti per le Casse di previdenza che, a tutt’oggi, sono prive di norme cogenti ma questa è l’Italia dove si disciplina con regolamentazione d’avanguardia la previdenza complementare su base volontaria mentre si lascia in gestione libera e discrezionale quella obbligatoria!

Debbo però dare atto al Presidente dell’Adepp di aver precisato con onestà intellettuale la sua dottrina, che non condivido ovviamente, ma che qui riassumo:

«Per poter investire al meglio però alle casse previdenziali private deve essere garantita piena autonomia nell’utilizzo dei propri fondi, magari rivedendo gli anacronistici cinquant’anni di sostenibilità imposti dalla legge, eliminando la pesante doppia tassazione che ci viene applicata, contenendo la volatilità legislativa e riducendo l’eccesso di controllo e vigilanza esercitato». Intervenendo poi sul tema della sostenibilità degli investimenti messi in campo, il Presidente ha precisato: «Le casse aderenti all’Adepp fanno ormai da tempo investimenti che si ispirano ai criteri di responsabilità previsti dall’approccio Esg. Esiste a monte però un problema più rilevante: noi incassiamo contributi dai nostri iscritti per poi pagare, con un tempo differito, delle pensioni. Per fare ciò dobbiamo quindi fare investimenti che siano il più possibile prudenti, tempestivi e lungimiranti. Tenendo anche presente che nel 2021 la sola Enpam ha versato allo Stato ben 250 milioni di euro di tasse relativi al 2020, cioè l’anno durante il quale i medici e gli odontoiatri hanno svolto la loro attività fronteggiando gli aspetti più duri della pandemia. In questo tempo di crisi le casse previdenziali private chiedono allora tre cose: Innanzitutto la definizione del giudice di competenza, visto che attualmente la giurisprudenza prevede alternativamente interventi di giudici ordinari, amministrativi o contabili. In secondo luogo, l’esonero dal codice degli appalti, che prevede strettoie per noi insostenibili. Infine che non si faccia un uso distorto della nostra inclusione a fini statistici nell’elenco Istat, che ci assimila all’amministrazione pubblica, come nel caso dell’applicazione delle norme sulla spending review».

Traduzione: mani libere, pochi controlli perché noi siamo prudenti, tempestivi e lungimiranti.

Traduzione: niente codice degli appalti per gli investimenti, siamo privati nessun legaccio pubblico.

Ma vi rendete conto, 1.700.000 professionisti, che si discute dei vostri contributi previdenziali faticosamente versati per assicurarvi la pensione

E se va male, chi risponde?

NESSUNO, ma addio alla pensione!

Il rischio, in finanza, esprime la probabilità di ottenere un rendimento minore da quello atteso. Il grado di oscillazione del valore di un investimento è chiamato “volatilità”. Non esiste un investimento privo di rischio. Il rischio di un’operazione d’investimento si configura quindi, come l’eventualità che un’attività finanziaria subisca una variazione degli elementi che ne determinano il rendimento.

Il concetto cardine di rischio è di oscillazione, cioè della possibilità che i rendimenti si disperdano attorno al valore atteso. Negli ambienti finanziari questo andamento è conosciuto anche come volatilità. L’indicatore statistico che misura questo andamento è lo scostamento quadratico medio o deviazione standard.

In claris non fit interpretatio!!

Che cosa sia e come funzioni il Comitato investimenti in Cassa Forense oggi ce lo ha illustrato il dott. Enrico Cibati, Responsabile investimenti di Cassa Forense, in un articolo del 09.01.2020, al quale non posso che fare riferimento.

«Quest’anno, tra le varie proposte d’investimento, sono stati presentati al vaglio dell’Organo circa una trentina di fondi Ucits e circa venti fondi di private market. Il Comitato Investimenti è composto dal Presidente della Cassa, da tre membri del Consiglio di Amministrazione e dal Direttore Generale. Sono altresì presenti, senza diritto di voto, il responsabile dell’Ufficio Investimenti e responsabile del Controllo del Rischio che ha l’onere di verificare la scelta proposta».

Del regolamento che lo disciplina non vi è traccia e questo per le regole di trasparenza mi pare meritevole di segnalazione.

A fine mese si proporrà al Comitato dei Delegati di istituzionalizzarlo, inserendolo fra gli organi della Cassa.

Non ho, ovviamente, il testo sotto mano e quindi mi limito ai rumors perché di ufficiale, come sempre, nulla è dato sapere.

Personalmente la proposta mi trova contrario perché non fa che appesantire la struttura.

Unico vantaggio è che rende legale ciò che prima era illegale perché la nomina di commissioni e quant’altro è una delle prerogative del Comitato dei Delegati.

La presenza nel Comitato investimenti di strutture o persone designate al controllo ex ante e ex post mi sembra una vera e propria anomalia di sistema perché non si può pensare che chi ha partecipato ad un determinato investimento possa poi sottoporlo a verifica in sede di controllo.

Ma tant’è, lo si farà con buona pace di tutti.

La dottrina Oliveti…impazza!

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