240 euro lordi mensili, che toccano quota 200 euro per gli infermieri.
Una volta sottoscritto, l’accordo che riguarda 650mila dipendenti pubblici tra infermieri, personale socio-sanitario e amministrativo comporterà aumenti medi di oltre 170 euro lordi mensili, arrivando fino a 200 euro per gli infermieri
Il tavolo della lunga trattativa – che sta andando avanti dalla scorsa estate tra l’Aran (il cui presidente Antonio Naddeo, intervistato da Nurse24.it, ha più volte espresso la convinzione di procedere verso il miglior contratto auspicabile) e i sindacati – era in affanno da tempo, nell’attesa di un atto di indirizzo aggiuntivo, da parte delle Regioni, che stanziasse le risorse mancanti per coprire lo sblocco del salario accessorio e il nuovo ordinamento professionale (con l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni che aveva reso noto le risorse disponibili).
Nel dettaglio: circa venti euro lordi mensili in più complessivamente all’interno delle buste paga. Ne era sorto un vero e proprio braccio di ferro tra i Governatori e il Ministero dell’Economia sia sull’importo sia sul finanziamento delle risorse integrative. La trattativa si era fatta particolarmente complessa, dunque, e lo stesso ministro della Pa, Renato Brunetta, durante un question time alla Camera, aveva invitato i sindacati, piuttosto che a polemizzare, a impegnarsi nella trattativa.
Adesso il tavolo tecnico convocato per dirimere la questione si è chiuso, certificando che la cifra utile a sbloccare la contrattazione è di 315 milioni di euro per il 2022 e di 365 milioni nel 2023. Una somma che include anche la nuova indennità di vacanza contrattuale che dovrà essere versata dalle Regioni al personale sanitario. Ciò perché la firma da apporre sul contratto giungerà fuori tempo massimo (l’accordo copre il triennio 2019-2021) e sarà pertanto indispensabile inserire in busta paga l’indennità “ponte” fino al rinnovo successivo.
La domanda, dunque, è da dove giungeranno i 315 milioni utili per far ripartire la trattativa. L’ipotesi ad ora sul tavolo è che i soldi vengano presi dal Fondo sanitario nazionale, che può fare affidamento su 2 miliardi in più del 2022 assicurati dal governo (in questo senso, lo scorso ottobre, il Consiglio dei ministri ha approvato il “Documento programmatico di bilancio per il 2022”, che presenta le principali linee di intervento che verranno declinate nel disegno di legge di Bilancio nonché gli effetti sui principali indicatori macroeconomici e di finanza pubblica), insieme ad altri 600 milioni di euro per l’emergenza Covid-19 appena stabilizzati. Proprio all’interno di quest’ultimi potrebbero venire “recuperati” i 315 milioni sopra citati.
C’è però una condizione da rispettare: l’impegno, da parte del governo, a “ricoprire” la somma. Immediatamente nel Decreto aiuti che verrà approvato in settimana dal Consiglio dei ministri o con la prossima legge di Bilancio. Ciò che conta, per i Governatori, è che ci sia un impegno politico in tal senso. Appena chiuso il match “finanziario”, il tavolo della trattativa potrà subire un’accelerata. Per poi concludersi.
Il 28 aprile è in agenda un nuovo incontro tra l’Aran e i sindacati. L’Agenzia e le parti sociali stanno infatti esaminando, articolo per articolo, una bozza di 170 pagine di ipotesi di accordo. Il documento prevede un incremento lordo mensile medio per gli infermieri di 204 euro (netti: 193,22 euro).
Come anticipato però, all’interno del settore sanitario non ci sono solamente gli infermieri, ma anche il personale socio-sanitario e quello amministrativo, ragione per cui per cui l’aumento lordo mensile scende a 174 euro, con un incremento medio della retribuzione pari al 7,22%. Per gli infermieri l’aumento della busta paga risulta più corposo perché, con la legge di Bilancio, hanno ottenuto la cosiddetta indennità specifica che di conseguenza fa salire l’importo retributivo, ma che inizieranno ad incassare solo dopo la firma del nuovo contratto (che si vorrebbe chiudere entro la fine di maggio).
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