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La miopia e il corto respiro nelle Casse di previdenza dei professionisti

In una recente audizione (21.04.2022) delle Organizzazioni Sindacali presso la Commissione Parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale si è materializzato il pensiero delle OO.SS. sul problema Casse.

La miopia e il corto respiro nelle Casse di previdenza dei professionisti

Le OO.SS. hanno affermato che: «quanto avvenuto all’INPGI1 è paradigmatico dell’entità del rischio strutturale dell’intera realità previdenziale privatizzata, che sarebbe un errore considerare episodico o esclusivamente riferito alla singola categoria professionale. Le difficoltà che hanno indotto il legislatore ad intervenire con la legge di bilancio 2021, (legge 30.12.2021, n. 234, commi 103 e 104) procedendo, dal prossimo 1° luglio, con la confluenza di Inpgi1 in Inps, dimostra come la sostenibilità di fondi previdenziali che si basano su una sola categoria professionale possa essere oggetto di instabilità tali che impongono l’intervento pubblico al fine di garantire la corretta applicazione dell’art. 38 della Costituzione. La vicenda Inpgi1 suggerisce che da un’impostazione basata sul semplice mantenimento dello status quo o della risoluzione del singolo caso, se ne adotti una in cui le diverse realtà previdenziali, pur mantenendo le distinzioni delle diverse specificità professionali, costituiscano meccanismi di pool in tali da garantire un argine di protezione per assistiti, iscritti e per i propri dipendenti».

Per le OO.SS. «l’INPGI1 paga lo scotto di essere l’ente previdenziale che per primo ha palesato le connaturate difficoltà di sostenibilità: alle condizioni date, altri Enti, presto o tardi, affronteranno gli stessi problemi. Ritenere di poter affrontare il mutamento in essere difendendo o rafforzando l’architettura normativa immaginata quasi trent’anni orsono, o ipotizzando soluzioni applicate al singolo caso in essere, preservi da possibili casi simili, vorrebbe dire perseverare nell’adottare visioni mono categoriali perciò miopi e di corto respiro. Il sistema delle Casse previdenziali, così concepito dal legislatore, nel prossimo futuro, dovrà necessariamente affrontare, e risolvere, la pericolosa concentrazione del rischio connesso ad ogni singola realità professionale, che risulta distinta e svincolata dalle altre. Il fine deve essere quello di realizzare un polo della previdenza delle professioni, flessibilmente immune alle dinamiche specificatamente corporativistiche, e capace di ammortizzare le oscillazioni e le evoluzioni del mercato del lavoro delle professioni, raccordando le diverse realtà non già sul piano ordinistico bensì squisitamente previdenziale. Tale da ripartire i rischi tipici di tutti i sistemi pensionistici gestiti con la tecnica finanziaria della ripartizione e così prevenire le contrazioni di questa o quella platea contributiva e risolvere i problemi di ripartizione e così prevenire le contrazioni di questa o quella platea contributiva e risolvere i problemi di sostenibilità di questa o di quella Cassa previdenziale».

È la mia dottrina rinvenibile nei nove Quaderni che ho pubblicato.

Finalmente ci sono arrivate anche le OO.SS.

Del resto, per chi volesse approfondire la questione, la raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 15.10.2019 sull’accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi va esattamente in quella direzione quando raccomanda agli Stati membri di:

fornire, a tutti i lavoratori subordinati e autonomi negli Stati membri, accesso ad un livello adeguato di protezione sociale pur se, in conformità all’art. 154, paragrafo 4, del TFUE, gli Stati membri hanno la facoltà di definire i livelli contributivi e decidere quale sia la combinazione di sistemi più appropriata;

preservare la sostenibilità del sistema attuando misure di salvaguardia che permettano di evitare gli abusi;

– di garantire che il calcolo dei contributi e dei diritti a prestazioni di protezione sociale per i lavoratori autonomi si fondi su una valutazione obiettiva e trasparente delle loro fonti di reddito che tenga conto delle fluttuazioni delle loro entrate e rifletta i loro guadagni effettivi;

– di garantire la trasparenza delle condizioni e delle regole relative a tutti i sistemi di protezione sociale e assicurare che le persone abbiano accesso in modo gratuito a informazioni aggiornate, complete, accessibili, di facile lettura e chiaramente comprensibili in merito ai loro diritti ed obblighi individuali.

In Cassa Forense, per esempio, l’ultimo bilancio tecnico, peraltro ancora non pubblicato, prevede da qui al 2070 il saldo previdenziale e gestionale negativo con le gravi ricadute in termini di sostenibilità del sistema rispetto ai sogni d’oro del precedente BT al 2017.

Sembra sia in arrivo, dal lontano 2011, il regolamento per gli investimenti con obbligo del rispetto del Codice degli Appalti.

Era ora a fronte di attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni di cui alla Tabella sottostante (pag. 143 del Consuntivo 2022 di CF). Trasparenza e comprensibilità in favore degli iscritti non significa certo “ripubblicizzazione” come qualcuno va sostenendo.

 

tabella rosa

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