AL FESTIVAL DEL LAVORO OCCHI PUNTATI SULLE TRANSIZIONI
L’indagine di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Il lavoro che c’è, i lavoratori che non ci sono” sintetizza in numeri l’emergenza tendenziale provocata dal mismatch: entro il 2026, a fronte di una domanda di 4,3 mln di lavoratori, si rischia di non trovarne 1 milione e 350mila
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Intervenire sulle tante variabili del mercato del lavoro per coglierne le spinte trasformative e superare il divario crescente tra domanda e offerta di lavoro. In tempi rapidi, perché è alto il rischio che entro quattro anni la difficoltà delle aziende nel rintracciare i profili necessari per la propria attività diventi critica e che a fronte di un fabbisogno di circa 4,3 milioni di lavoratori, restino disattese 1 milione e 350mila ricerche di personale per assenza di candidati. Ad evidenziarlo le stime dell’indagine “Il lavoro che c’è, i lavoratori che non ci sono”, realizzata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro e presentata oggi, all’Università di Bologna, nella conferenza stampa della XIII edizione del Festival del Lavoro, organizzata dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla Fondazione Studi a Bologna dal 23 al 25 giugno. Complesso rintracciare i motivi di questa tendenza, che sta diventando allerta alla vigilia della stagione estiva nei comparti a più alta stagionalità come le attività ricettive e la ristorazione. Il calo dell’offerta di lavoro (-838mila persone attive di 15-64 anni tra 2018 e 2021), dovuta allo sfavorevole quadro demografico (636mila residenti in meno tra 2018 e 2021, di cui 262mila giovani), ma anche alla crescita degli inattivi (+194mila nello stesso periodo), interessa anche le componenti della popolazione tradizionalmente più dinamiche, come gli immigrati (14,4% di inattivi in più). Il dossier passa poi in rassegna il mismatch esistente in Italia tra offerta e domanda di formazione e fornisce un quadro dei fabbisogni occupazionali e professionali a medio termine: il disallineamento più forte è nell’istruzione terziaria, in cui il gap più importante si registra nell’indirizzo giuridico-politico sociale dove mancherebbero ogni anno circa 12mila laureati, seguito dall’area economico statistica (11mila in meno del necessario), ingegneria (quasi 9mila) e dall’indirizzo medico sanitario (8mila circa). Tra i motivi del fenomeno, secondo la ricerca, rientrerebbe anche l’accresciuta mobilità delle persone, trasversale tra generazioni e settori d’occupazione e in parte collegata agli effetti della pandemia sulla vita delle persone. Lavoratori che cercano un nuovo lavoro per un miglioramento retributivo (52,5%) o per un maggiore benessere ed equilibrio tra vita personale e lavorativa (49%). Non irrilevante il fatto che l’accresciuta richiesta di profili specialistici nei settori in crescita, edilizia e sanità in primis per assunzioni e dimissioni, ne faccia aumentare la concorrenzialità. Senza dimenticare il problema strutturale legato a carenza e bassa specializzazione dei soggetti deputati all’intermediazione. «Il mondo del lavoro – ha affermato Marina Calderone, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro a margine della conferenza stampa di presentazione del Festival del Lavoro – è la cartina al tornasole dei complessi cambiamenti che hanno caratterizzato gli anni passati e ancora di più incideranno su quelli futuri. Confrontarci sulle transizioni economiche, sociali, digitali con tutti gli attori era un imperativo per la nostra Categoria, al centro tra le esigenze datoriali e quelle dei lavoratori». Transizioni che cambiano anche le competenze necessarie per poter essere attrattivi nel mercato del lavoro. Otto le Aule a disposizione dei partecipanti al Festival per investire su se stessi durate la tre giorni. «Il Festival del Lavoro si conferma l’occasione ideale per investire in formazione, perché catalizza esperienze e professionalità di alto livello in diversi ambiti d’azione, dal diritto alle soft skills, a margine del confronto istituzionale e politico che si svolge nell’Auditorium», ha ricordato il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. Quest’anno, poi, l’evento dei Consulenti del Lavoro è diventato anche l’occasione per una gara di solidarietà. Infatti, il piccolo contributo richiesto ai partecipanti (studenti esclusi) per l’iscrizione sarà totalmente devoluto all’Associazione “Amaci” per l’acquisto di attrezzature robotiche per la chirurgia pedriatrica del “Gozzadini” di Bologna. «È nelle persone che si trova la linfa della rinascita – ricorda Pier Paolo Redaelli, Presidente del Consiglio Provinciale Ordine Consulenti del Lavoro di Bologna e dell’Associazione “Amaci” ‒ e che assicurano il dialogo tra valori e visione. Per questo abbiamo scelto, come Categoria, di mettere al centro la qualità della vita delle persone, bambini in primis». Investire sul futuro, quindi, anche guardando alle giovani generazioni. Per questo nel calendario del Festival del Lavoro, inserito tra gli eventi dell’Anno Europeo dei Giovani 2022, è stato previsto un programma dedicato a studenti, laureati e laureandi, in collaborazione con l’Alma Mater Studiorum Univestità di Bologna, l’Almae Matris Alumni e il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Due le direttrici di sviluppo: da una parte il confronto su temi come intelligenza artificiale, lifelong learning, autoimprenditorialità, criptovalute, metaverso; dall’altra, consulenze personalizzate con consulenti del lavoro che possono rispondere a quesiti sui contratti di lavoro, apprendistato, tirocini e l’avvio della propria carriera. «Per il nostro Ateneo – ha affermato Paola Fabbri, Delegata per il Rettore per l’orientamento in uscita, il job placement e gli Alumni dell’Università di Bologna – il supporto all’orientamento in uscita degli studenti è vissuto non solo come compito istituzionale, ma convintamente come strumento di implementazione delle potenzialità per l’inserimento lavorativo. Con un panorama del mondo del lavoro in rapidissima e costante evoluzione, occasioni come il Festival del Lavoro rappresentano per gli studenti e i neolaureati importanti opportunità di approfondimento e arricchimento al di là dei contorni formativi propriamente universitari. Collaborare nella costruzione di eventi come questo, consente alla nostra Università di ampliare e diversificare le opportunità di orientamento e informazione sul mondo del lavoro che integrano i servizi erogati internamente per la preparazione e la transizione verso l’inserimento lavorativo, certi del valore aggiunto che questo rappresenta per tutti gli Studenti e per gli Alumni dell’Alma Mater»
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