Commercialisti, timori per i tribunali abruzzesi
La Consigliera Greco affronta in generale il tema delle sedi 'minori'
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Urge avviare una riflessione sul futuro dei tribunali minori destinati ad essere soppressi, per valutare attentamente costi e benefici di questa soluzione.
È la proposta che arriva dalla Consigliera nazionale dei commercialisti, Giovanna Greco, che ha avuto oggi un incontro – accompagnata dal presidente dell’Ordine dei commercialisti di Lanciano, Ermando Bozza – con il vicecapo di gabinetto del ministero della Giustizia, Guido Romano.
Nel corso dell’incontro, sottolinea la consigliera dei professionisti, “abbiamo affrontato nello specifico i casi dei quattro tribunali minori abruzzesi di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, la cui soppressione è finora stata rinviata dopo gli eventi sismici degli scorsi anni. Sulle realtà di Lanciano e Vasto, poi, abbiamo presentato uno studio preliminare sugli effetti che la loro chiusura produrrebbe sui territori di riferimento. Effetti negativi che dovrebbero spingerci a ragionare sulla praticabilità di soluzioni alternative alla chiusura, tanto più che la Regione Abruzzo si è già detta disponibile a sostenere i costi della loro eventuale permanenza in attività”. “È chiaro – aggiunge – che l’individuazione di soluzioni altre per i tribunali abruzzesi rappresenterebbe un caso pilota da esportare eventualmente in altre realtà territoriali italiane investite dallo stesso problema”. Dallo studio relativo agli effetti che la chiusura dei tribunali di Lanciano e Vasto emerge, spiega l’esponente dei commercialisti, “un’impatto significativo su un territorio che possiede delle specificità di tipo geografico e di articolazione del rapporto tra superficie e densità di popolazione, in forza delle quali la gravitazione delle attività di giustizia su di un fulcro decentrato rappresentato dal Tribunale di Chieti piuttosto che sulla baricentrica posizione degli Uffici giudiziari lancianesi e vastesi, si riverbererebbe essenzialmente nella quintuplicazione dei chilometri e la triplicazione dei tempi di percorrenza. Si tratta di una sostanziale diseconomia”, termina la nota.
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