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Riforma fiscale a un bivio, cosa succede con il voto anticipato

La riforma tra possibilità di approvazione della legge delega e ipotesi di stop definitivo: probabilmente, tutto da rifare nella prossima legislatura.

Riforma fiscale a un bivio, cosa succede con il voto anticipato

Fra le conseguenze del voto anticipato al 25 settembre per la formazione del nuovo Governo c’è anche il destino della riforma fiscale. La maggioranza che l’aveva imposta non c’è più, sembra pertanto difficile che si mantenga l’accordo, consentendo al Senato di approvarla.

Il testo della legge delega è in discussione al Senato, ancora nel pieno dei suoi poteri anche in campagna elettorale, quindi non ci sarebbero ostacoli di natura procedurale all’eventuale approvazione della legge, ma ci sono questioni politiche che porteranno, quasi certamente, al definitivo insabbiamento della riforma fiscale.

Anche perché si tratta di una legge delega, che poi viene attuata dal Governo attraverso i decreti legislativi. Politicamente, a questo punto, ha più senso che il venga tutto rinviato al prossimo Parlamento e al prossimo esecutivo. Ma vediamo con precisione qual è la situazione.

La legge delega è in commissione al Senato e non ci sarebbero ostacoli normativi al proseguimento dell’iter di approvazione. Bisogna vedere se però i partiti continueranno ad essere d’accordo sul testo fin qui approvato, che su molti punti rappresentava un  compromesso in considerazione dell’alleanza di Governo, ora decaduta.

Non si conoscono ancora le prossime alleanze elettorali, ma è certo che saranno diverse dalla compagine che ha sostenuto l’Esecutivo Draghi. Si profilano almeno tre grandi schieramenti, alternativi gli uni agli altri, in campagna elettorale: il centrodestra, il PD con diversi alleati, il Movimento 5 Stelle a sua volta impegnato nella ricerca di alleanze.

Sembra probabile che queste forze preferiscano fare la campagna elettorale proponendo una propria riforma fiscale. In questo caso, si fermeranno i lavori del Senato sulla legge delega, per riprendere con il nuovo Parlamento.

Non si può escludere che, invece, le forze politiche decidano che l’attuale sintesi raggiunta sul testo approvato alla Camera possa essere accettabile (ma sembra davvero difficile, soprattutto considerate le polemiche fin qui registrate sulla riforma del Catasto). In questo secondo caso, ci sarebbero anche i tempi per approvare la delega fiscale in Senato prima della fine anticipata della legislatura. Il nuovo Governo avrebbe poi 18 mesi di tempi per approvare i decreti legislativi.

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