Vaccini e test diagnostici in farmacia: il nuovo Protocollo.
I requisiti e popolazione target È stato firmato il nuovo Protocollo per la somministrazione da parte dei farmacisti dei vaccini anti-Covid, antinfluenzali e per la somministrazione dei test diagnostici.
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Vaccini e test diagnostici in farmacia: il nuovo Protocollo. I requisiti e popolazione target
È stato firmato il nuovo Protocollo per la somministrazione da parte dei farmacisti dei vaccini anti-Covid, antinfluenzali e per la somministrazione dei test diagnostici. Ecco cosa prevede
È stato firmato da parte del Ministero, delle Regioni, delle rappresentanze delle farmacie il “Protocollo per la somministrazione da parte dei farmacisti dei vaccini anti-covid19, anti-influenzali e per la somministrazione dei test diagnostici che prevedono il prelevamento del campione biologico a livello nasale, salivare o orofaringeo”. L’intesa rappresenta una sintesi organica dei Protocolli stipulati lo scorso anno e definisce la cornice nazionale e le modalità per il coinvolgimento, su base volontaria, dei farmacisti nei servizi che, con il Decreto Riaperture, sono stati resi strutturali e integrati nella farmacia dei servizi. Che cosa si prevede per le farmacie?
Firmato protocollo unico per vaccini, test diagnostici e tamponi anti Covid
«Si tratta di un passaggio di particolare importanza perché è un ulteriore riconoscimento del ruolo della farmacia nel Ssn e mette le basi per un’applicazione di tali servizi il più possibile omogenea sul territorio, consentendo alle farmacie di effettuare i servizi secondo un modello unico» ha spiegato Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm. «Il nostro auspicio è, ora, che ci sia massima adesione da parte delle farmacie e dei farmacisti nell’applicare quanto contenuto nel Protocollo che, di fatto, valorizza la farmacia come presidio territoriale e avvia finalmente la Farmacia dei servizi». Per quanto riguarda i contenuti, “il protocollo stabilisce le condizioni, i requisiti di sicurezza e le modalità di effettuazione dei servizi sanitari assicurati dalle farmacie con oneri a carico degli assistiti non aventi diritto. Le Amministrazioni territoriali, nell’ambito del Servizio sanitario regionale, possono stabilire le modalità, i termini e le condizioni, anche di natura economica, per l’esecuzione di tali servizi, mediante la stipula di accordi con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative”.
Vaccini anti covid e flu: fattibile se il cittadino è già stato vaccinato
In sostanza, in merito alla somministrazione dei vaccini covid e anti flu, “questa eÌ eseguita da farmacisti abilitati a seguito del superamento di corso di formazione e di successivi aggiornamenti annuali organizzati dall’Istituto Superiore di SanitaÌ”. È necessario “verificare l’identità dell’interessato, acquisire il consenso informato e valutare l’idoneità/inidoneità del soggetto”. Il “farmacista verifica pregresse somministrazioni di analoga tipologia di vaccini mediante attestazioni/documentazioni esibite dal cittadino”, ma in caso queste non risultino “non sarà possibile procedere alla somministrazione vaccinale. La somministrazione di vaccini anti-influenzali eÌ eseguita solamente nei confronti di soggetti di età non inferiore a 18 anni. Le attività di vaccinazione, da eseguirsi preferibilmente dietro appuntamento, sono eseguibili in area interna alla farmacia, purché separata dagli spazi destinati all’accoglienza dell’utenza e allo svolgimento delle attività di dispensazione del farmaco, nonché in aree, locali o strutture esterne alle condizioni stabilite. EÌ comunque possibile somministrare il vaccino a farmacia chiusa”. La permanenza e il monitoraggio di 15 minuti vanno sempre “assicurati”.
Possibile utilizzo aree esterne anche da più farmacie. Fissate le condizioni
Quanto al compenso, nel documento anticipato dal Farmacistaonline, “per l’atto professionale per singolo inoculo eÌ stabilito in 6,16 euro. In caso di vaccinazione anti-influenzale a soggetti non eleggibili, sono a carico di quest’ultimi sia il compenso per l’inoculo che il prezzo al pubblico di acquisto del vaccino. È demandato ad accordi con le Regioni e le Province Autonome il riconoscimento a favore delle Farmacie di eventuali ulteriori oneri relativi al rimborso di dispositivi di protezione individuale e materiale di consumo e di eventuali incentivi per il raggiungimento dei target vaccinali”. Le “modalità, i termini e le condizioni di distribuzione alle farmacie delle dosi vaccinali anti-influenzali destinate a titolo gratuito ai soggetti eleggibili (c.d. “aventi diritto”), anche al fine della loro somministrazione in farmacia, saranno regolati con accordi tra le Amministrazioni regionali e le articolazioni territoriali di Federfarma e Assofarm e FarmacieUnite. Rimane impregiudicata la possibilità per le farmacie territoriali di somministrare dosi vaccinali, di cui si sono autonomamente approvvigionate, nei confronti della restante popolazione. In ogni caso deve essere garantita la registrazione dei dati vaccinali utili ad alimentare l’Anagrafe Vaccinale Nazionale”.
Le attività di “prenotazione e di esecuzione dei vaccini verranno eseguite, da parte delle farmacie, secondo i programmi di individuazione della popolazione target, seguendo i criteri di priorità, sulla base della messa a disposizione delle dosi vaccinali e della stipula di accordi”. In caso di vaccinazione anti COVID-19 sarà possibile “eseguire la vaccinazione nei confronti dei target di popolazione ammissibili in farmacia definiti dalle autorità sanitarie anche di età inferiore a 18 anni, con esclusione dei soggetti ad estrema vulnerabilità o con anamnesi positiva per pregressa reazione allergica/anafilattica”.
Test diagnostici e tamponi Covid. Ecco cosa si prevede
In merito poi ai test diagnostici, nel protocollo c’è una prima parte, più generica, che non riguarda esclusivamente i tamponi per rilevare il Covid-19. A titolo generale quindi “le attività di somministrazione dei test diagnostici sono eseguibili in area interna alla farmacia, purché separata dagli spazi destinati allo svolgimento delle attività di dispensazione del farmaco in modo tale da garantire la riservatezza degli utenti, nonché in aree, locali o strutture esterne secondo quanto definito dal protocollo. EÌ comunque possibile somministrare il test diagnostico a farmacia chiusa”, oltre che va assicurato “il rispetto delle previsioni di sicurezza a tutela dei lavoratori e degli utenti”. Mentre nel dettaglio dei tamponi covid ci sono ulteriori misure specifiche, tra cui quella di “privilegiare l’esecuzione del test in un ambiente dedicato o separato dal locale vendita, anche esterno o a farmacia chiusa” e “l’utilizzazione dei test inclusi nella Health Security Committee (HSC Common list) dell’UE nonché con le caratteristiche minime di sensibilità e specificità come definite dal Ministero della Salute.”
Tra le altre previsioni, “Ai fini dell’offerta di servizi sanitari da parte delle farmacie, i soggetti titolari di farmacia possono utilizzare aree, locali o strutture separate dai locali ove eÌ ubicata la farmacia” che saranno sottoposte “a controllo da parte dell’amministrazione sanitaria territorialmente competente”, con requisiti già previsti. Due o più farmacie, di proprietà di soggetti differenti, possono esercitare in comune i servizi sanitari previa stipula del contratto di rete”.
Tratto da Farmacista 33
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