Il medico deve farsi sempre trovare.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che definisce nel dettaglio cosa devono fare le Regioni per garantirci una assistenza adeguata. Se non lo fanno entro gennaio prossimo, pagano di tasca propria.
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Magari non sarà un tema “da ombrellone” per gli italiani che cercano di tirare il fiato dopo questi anni orribili, ma di certo è uno di quelli che promette di cambiare le nostre vite. È il decreto pubblicato numero 144 della Gazzetta Ufficiale, il DM 77, ed entrato in vigore il 7 luglio. Che chiede a tutte le regioni di dotarsi di una organizzazione “territoriale” adeguata entro il gennaio del 2023: chi non lo farà perderà il 2-3% del finanziamento integrativo del Fondo sanitario nazionale. E’ senz’altro l’eredità più importante lasciata dal ministro uscente Roberto Speranza.
Stiamo parlando del testo che definisce nel dettaglio la nuova organizzazione che dovranno avere i servizi sanitari ai cittadini. Spiega che dovranno esserci Case di Comunità (Cdc) aperte 7 giorni su 7 per 24 ore con in servizio medici di medicina generale e pediatri (30-35 a rotazione) e infermieri (7-11), ma anche psicologi, ostetrici, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione. Insomma, tutti i sanitari che ci servono per dirci come stiamo e se stiamo male risolvere rapidamente, quando possibile. Se stiamo troppo male perché la Cdc possa risolvere, ecco che ci mandano all’Ospedale di comunità. Un piccolo nosocomio che può gestire patologie acute ma anche aggravamenti di malattie croniche. Tutto quello che può essere fatto senza andare in un grande ospedale a intasarlo con piccole patologie risolvibili diversamente.
Il DM77 poi introduce altre istituzioni necessarie a curarci, che organizzano l’assistenza domiciliare, gli hospice e così via. E’ una lettura straordinaria che consigliamo a tutti. Soprattutto a coloro che non riescono a trovare un medico di medicina generale- in Lombardia, Emilia-Romagna ma non solo – perché stanno andando in molti in pensione e non c’è ricambio. Così nessuno assiste i cittadini che devono migrare da un portone all’altro a caccia di un dottore disponibile.
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