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Brescia, toghe sempre più «rosa».

È donna il 70% degli avvocati Il sorpasso nonostante la battuta d’arresto dovuta alla pandemia

Brescia, toghe sempre più «rosa».

Lo si percepisce nei (tanti) corridoi del Palazzo, in aula, sbirciando i nomi impressi sulle targhe affisse all’esterno di palazzi più o meno storici. Ma, forse, non in maniera così netta. Eppure lo certificano i numeri: a Brescia, stando alle iscrizioni all’Ordine professionale di riferimento, ben quasi il 70% degli avvocati è donna (per la precisione, il 69,7%). Declinato a livello nazionale: la nostra provincia detiene il primato per le presenze femminili nel Foro. Iscritti alla cassa forense ci sono 1.385 donne contro i 1.247 colleghi uomini, per un totale di 2.632 legali iscritti. Seguono, su scala provinciale, Busto Arsizio (61,2%) e Rieti (59,8%). Considerando invece l’intero distretto di riferimento, la maglia rosa spetta a Perugia che, con il 52,7%, precede Bologna (52,5%) e Brescia (52,4%).

Facciamo un passo indietro e torniamo al 1985, quando le donne avvocato, in Italia, erano 3.450, vale a dire il 9,3%del totale. Nel 2021, 36 anni dopo — secondo i numeri della Cassa di previdenza e assistenza forense — sono arrivate a quota 115.250, cioè il 47,7%, dato in lieve calo (-1,3%) rispetto all’anno della pandemia: nel 2020 erano 117.559 (il 48%). «Quando tutto lasciava supporre che nella professione forense le donne avvocato avessero già acceso la freccia per il sorpasso c’è stata però una battuta d’arresto nel 2021, quando sono calate di 2.300 unità rispetto all’anno precedente, mentre quello dei colleghi uomini, nello stesso periodo, è diminuito di “sole” 891 presenze — dice Antonello Martinez, presidente dell’Associazione Italiana Avvocati d’Impresa — Una dimostrazione del fatto che, nel settore, sono state le professioniste ad essere le più colpite dall’impatto dell’emergenza Covid, specie nella gestione dei figli o di altri familiari fragili».

Il sorpasso, in realtà, c’è comunque già stato al Nord, dove proprio nel 2021 le donne avvocato sono il 51,1% del totale (al Centro, dove la componente femminile rappresenta il 48%, emergono tuttavia regioni «rosa» come Umbria e Toscana, rispettivamente con il 52,7 e il 51,4% di professioniste sul totale).

Resta rilevante il divario di retribuzione tra uomini e donne. La Lombardia è la regione in cui le professioniste registrano il reddito medio più elevato (38.732 euro), seguita da Valle d’Aosta (37.403 euro) e Trentino Alto Adige (36.444 euro). Eppure, proprio in Lombardia la forbice è particolarmente evidente: «Il reddito medio delle donne in toga equivale al 39,8% di quello degli uomini». Sotto questo profilo, nel 2013 gli avvocati bresciani dichiaravano 50.684 euro, scesi a 43.573 nel 2020, passando, per esempio, dai 47.382 del 2019 (-8%) e dai 46.917 del 2016.

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