Tfr, per la liquidazione 3 anni di attesa per gli statali
E l’anticipo costa fino al 2%
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L’inflazione pesa sulla liquidazione dei dipendenti pubblici e i ritardi nei pagamenti peggiorano la situazione. In alcuni casi ci vogliono più di tre anni per riceverla, con il rischio che nel frattempo si svaluti. Per evitare che questo accada è possibile chiedere l’anticipo del Tfr, ma anche in questo caso occorre bilanciare i pro e i contro. L’accordo quadro tra il governo e l’Abi sull’anticipo del Tfr è stato rinnovato nelle scorse settimane: l’anticipo potrà essere richiesto fino al 30 giugno 2024 . I dipendenti pubblici possono chiedere alle banche convenzionate un prestito fino a 45 mila euro del loro Tfs-Tfr, a un tasso d’interesse calmierato fissato allo 0,4 per cento, più il cosiddetto rendistato, ossia il rendimento annuo lordo di un paniere di Titoli di Stato italiani, che adesso è in salita con l’aumento dei tassi di interesse. Per un prestito tra un anno e un anno e mezzo ha superato l’1% a luglio. Per uno a due anni e mezzo è dell’1,5%. L’anticipo quindi può costare fino al 2%. Si tratta di una misura pensata per i dipendenti pubblici, che vanno in pensione con le regole ordinarie oppure con formule anticipate come Quota 100 e Quota 102, che di fatto allontanano ancora di più la fruizione della liquidazione.
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