Anno: XXV - Numero 216    
Lunedì 25 Novembre 2024 ore 13:30
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Nordio smonta le accuse del Pd "Blocco navale? Lo fece anche la sinistra"

L'ex magistrato, candidato con Fratelli d'Italia, rinfresca la memoria alla sinistra: "Lo stesso lo fecero con gli albanesi i governi rossi. E lo stesso prevedeva la Legge Turco-Napolitano"

Nordio smonta le accuse del Pd

La sinistra torna a ripetere il suo ritornello, affermando che il blocco navale promesso da Giorgia Meloni sarebbe un atto di guerra. In realtà, come già spiegato molte volte dal presidente di Fratelli d’Italia, si tratterebbe di una missione europea in accordo con le autorità nordafricane per mettere un argine all’ondata di immigrazione clandestina. A rinfrescare la memoria agli anti-Meloni ci ha pensato Carlo Nordio, che ha ripescato nel passato quanto fatto da governi a trazione rossa in materia di immigrazione.

L’ex magistrato, candidato con Fratelli d’Italia, ha ricordato alla sinistra che il blocco navale tanto demonizzato non è affatto un pericoloso gesto sovversivo in grado di scatenare una guerra. Nordio, intervistato da La Repubblica, è stato chiaro: “Nel programma di FdI è scritto chiaramente che il blocco navale si fa con l’accordo con gli stati rivieraschi. Lo stesso lo fecero con gli albanesi i governi di sinistra 24 anni fa”.

In tal senso ha citato l’esempio della Legge Turco-Napolitano: “In Italia si entra solo con il permesso, chi la viola viene espulso, e chi resta nonostante l’espulsione viene processato. Era più severa del blocco navale”. Altro che atto di guerra: il blocco navale è semplicemente la principale soluzione proposta da Fratelli d’Italia per mettere un freno agli arrivi indiscriminati nel nostro Paese, decidendo ad esempio in partenza chi può arrivare e chi no.

L’intenzione di Nordio in materia di giustizia è quella di rendere ancora più garantiste le leggi Cartabia, oltre che accelerare i processi e aumentare gli organici. Inoltre ha preso l’impegno di riscrivere il reato dell’abuso d’ufficio, visto che in molti casi rischia di paralizzare l’amministrazione portando alla cosiddetta amministrazione difensiva: “Va reso meno aleatorio ed evanescente. Lo hanno chiesto i sindaci. Hanno paura delle indagini, quasi sempre inconcludenti, e non firmano più nulla, con un danno economico immenso”.

Quanto alla legge Severino, l’ex magistrato ha criticato la sua applicazione retroattiva “perché è pur sempre un provvedimento afflittivo”. Tra le priorità rientra anche la riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm), con la volontà di mettere da parte correnti e lottizzazioni tipo Cencelli: “Il sorteggio, nell’ambito di un canestro di magistrati e giuristi esperti, elimina questi rischi”.

Per Nordio bisognerà poi prendere in considerazione il ripristino dell’immunità parlamentare: di certo non rappresenta un’urgenza primaria, ma a suo giudizio in prospettiva “serve per garantire l’autonomia della politica dalle interferenze improprie della magistratura, che in questi anni sono state numerose e rovinose”.

L’auspicio dell’ex magistrato è quello di arrivare a un’assemblea costituente. E ha risposto così alla domanda sulle sue ambizioni come ministro della Giustizia: “Se fossi eletto starei meglio alla commissione Giustizia. Le leggi le fa il Parlamento, non il ministro”.

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