Anno: XXV - Numero 216    
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Professionista 4.0: il futuro è già presente

Con la transizione digitale si possono aprire nuovi spazi di mercato per le attività a maggior valore aggiunto, ma solo avviando il processo di “imprenditorializzazione” del lavoro intellettuale

Professionista 4.0: il futuro è già presente

Le trasformazioni dell’economia intervenute negli ultimi dieci anni hanno determinato un radicale riposizionamento del professionista e del suo ruolo nella società. A partire dalle crisi finanziarie del 2008, passando dalla pandemia fino al conflitto in Ucraina, si va delineando una nuova geografia delle professioni senza confini, costantemente aggiornata dal processo di transizione digitale e, più in generale, dalle missioni previste dal Pnrr sulla rivoluzione green, sulle infrastrutture, sull’inclusione sociale e sulla salute che impattano direttamente e indirettamente sullo sviluppo delle libere professioni.

I profondi cambiamenti sociali ed economici non sono neutrali e si riflettono inevitabilmente anche sulle attività professionali, arrivando a modificare l’organizzazione dello studio, le relazioni con il cliente e il ruolo stesso del professionista, chiamato a ridefinire la propria sostenibilità economica, la propria identità sociale e imprenditoriale in un mercato sempre più concorrenziale. A queste conclusioni giunge l’indagine “I nuovi paradigmi del mondo delle professioni nella transizione digitale”, commissionata da Confprofessioni a The European House – Ambrosetti, presentata lo scorso 28 giugno a Roma alla presenza del ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao.

Non c’è alcun dubbio che la digitalizzazione rappresenti oggi il principale fattore evolutivo delle professioni: da diversi anni assistiamo, da un lato, a una progressiva erosione di prestazioni a basso contenuto intellettuale che si stanno orientando sempre più verso servizi a maggior valore aggiunto; dall’altro lato, prolificano nuove attività che stanno progressivamente occupando posizioni di rilevo nell’economia 4.0 (pensiamo, per esempio, all’emersione delle nuove professioni legate al web, ai servizi alla persona e al tempo libero).

Per molti aspetti si tratta di un fenomeno fisiologico, che però rivela trasformazioni più profonde, che attengono alla cultura e alla valorizzazione della componente intellettuale del sapere professionale, in ogni sua forma. In ogni ambito, il professionista del futuro dovrà saper gestire i mutamenti repentini delle prestazioni professionali, delle mutate e mutevoli esigenze dei clienti, delle normative di riferimento in continuo divenire, degli standard internazionali che è chiamato ad applicare, delle nuove forme di collaborazione che deve intrattenere con colleghi e partner. Un work in progress che lo obbliga all’apprendimento continuo e allo sviluppo di competenze trasversali, non più concentrate esclusivamente sulle competenze tecniche specialistiche, ma su abilità flessibili quali il team-working, le competenze tecnologiche e la comprensione dei dati, il project-management anche al fine di intercettare le necessarie risorse per lo sviluppo della propria attività.

Le conseguenze di questo inesorabile processo sono sotto gli occhi di tutti noi. In un mercato dei servizi sempre più liquido e competitivo, dove lo stesso valore intellettuale della prestazione professionale viene spesso messo in discussione, i sistemi tradizionali della professione sono oggi chiamati a fare un salto di qualità, accettando la sfida dell’innovazione, dei nuovi modelli organizzativi e gestionali dello studio e delle reti d’impresa. Si tratta di un passaggio ineludibile che richiama a precise responsabilità anche e soprattutto chi si è fatto carico di rappresentare e tutelare gli interessi dei liberi professionisti davanti alle istituzioni e di fronte al Paese. Un processo che vede impegnata Confprofessioni per sensibilizzare e guidare i professionisti verso una moderna “imprenditorializzazione” del lavoro intellettuale. Perché il passato non è ancora passato, ma il futuro è già presente.

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