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Trasporti: dopo il Bonus, la mazzata degli aumenti

Il Bonus Trasporti non compensa il caro prezzi che affligge biglietti e abbonamenti del trasporto pubblico locale: aumento delle tariffe in tutta Italia.

Trasporti: dopo il Bonus, la mazzata degli aumenti

Se il Bonus Trasporti da 60 euro per i mezzi pubblici ha offerto un incentivo concreto per la mobilità sostenibile dei cittadini alle prese con i rincari della benzina, l’inflazione rischia di azzerare gli sconti e asfaltare gli entusiasmi. Molte città stanno infatti snocciolando i primi adeguamenti tariffari.

In alcuni casi si è scelto di graziare i viaggiatori abituali evitando di aumentare il costo degli abbonamenti, scaricando piuttosto i rincari sulle  spalle degli turisti e dei viaggiatori occasionali che acquistano biglietti singoli.

Tra le prime a partire ci sono Napoli e Torino in adeguamento a rispettive delibere regionali, dove tra luglio e agosto sono scattati alcuni aumenti per specifici biglietti del trasporto pubblico locale.

Oltre a Campania e Piemonte, anche Marche, Lombardia e Puglia hanno “deliberato” l’aumento delle tariffe per il trasporto pubblico locale, ma in molte città ancora “resistono” le vecchie tariffe (come a Milano, con Atm che fino a ottobre terrà duro ma presto si adeguerà). Trenord ha già applicato alcune maggiorazioni, i trasporti urbani di molti comuni lombardi anche. Nelle Marche si potrebbe slittare di qualche mese ancora per l’applicazione dei rincari tariffari.

Nel Lazio, e più precisamente a Roma e dintorni, i rincari ATAC erano in realtà stati deliberati negli anni scorsi e calendarizzati dal 1° agosto 2023, tanto per gli abbonamenti quanto per i biglietti singoli. Vedremo cosa comporterà il rapido cambio di scenario attuale, se si correggerà il tiro per non tartassare i pendolari già in difficoltà con la crescente inflazione oppure se si seguirà la strada segnata proprio per contenere le perdite nei bilanci.

Per il resto d’Italia i prossimi mesi saranno cruciali: l’andamento dell’inflazione potrebbe far estendere gli aumenti già ora previsti a macchia di leopardo, ma la carta delle elezioni potrebbe invece riservare sorprese inaspettate, congelando gli aumenti e favorendo la mobilità pubblica anche in ottica di risparmio energetico, che di questi tempi non guasta.

Il tutto, con la spada di Damocle del caro energia galoppante, che assieme alla fiammata inflazionistica si mangia i margini delle compagnie di trasporto, già messe a dura prova da due anni di Covid.

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