L’Aquila: sospeso infermiere che fingeva di essersi vaccinato
Con il coordinamento della Procura della Repubblica di L’Aquila, a seguito di una segnalazione dell’Opi, la Digos ha notificato il decreto di sequestro preventivo e la sospensione dall’esercizio dell’attività professionale ad un infermiere che ha finto di essersi sottoposto alla vaccinazione contro il Covid-19.
L’infermiere ha finto di essere vaccinato al fine di evitare la sospensione dall’albo professionale.
Avviate a seguito di una segnalazione da parte dell’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia de L’Aquila, le indagini hanno consentito di riscontrare la falsità della documentazione prodotta dall’infermiere.
Di fatto, è emerso che il professionista sanitario non si è mai sottoposto al ciclo vaccinale obbligatorio (d’altro canto la normativa lascia ben poco margine a qualsiasi interpretazione in materia: il Dl n. 24 del 24 marzo 2022 – “Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza” – ha prolungato al 31 dicembre l’obbligo vaccinale anti Covid-19 per i sanitari) e che, pertanto, la certificazione sottoposta al datore di lavoro era falsa.
In concreto, l’operatore mirava ad indurre in errore l’azienda sanitaria presso cui presta servizio, con l’obiettivo di evitare la sospensione dall’albo professionale e la conseguente perdita dello stipendio (a tale proposito, è notizia di poche settimane fa che la Consulta si pronuncerà in relazione alla legittimità costituzionale della norma che prevede la sospensione dello stipendio ai sanitari inadempienti all’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19. Nel dettaglio, la vicenda prende il via dal ricorso proposto contro il provvedimento mediante il quale l’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano aveva sospeso dal servizio, con privazione della retribuzione, un’operatrice no vax).
Tornando in Abruzzo, allo stato attuale la Procura della Repubblica de L’Aquila ha fatto richiesta (e ottenuto) per il sequestro preventivo delle somme indebitamente percepite dal professionista sanitario nonché l’applicazione nei suoi confronti della misura cautelare personale della sospensione dall’esercizio della professione.
Sanitari non vaccinati: sul tema si sono espressi più volte gli Opi e la Fnopi, facendo presente che oltre al danno materiale viene lesa l’immagine di una categoria di professionisti in trincea contro il Covid.
La stessa presidente Barbara Mangiacavalli ha parlato di una vera e propria aggravante di aver tradito la fiducia dei cittadini che credono nella professione infermieristica, dei colleghi professionisti che mettono a rischio la propria salute e spesso la vita per tutelare quella delle persone e soprattutto di aver disatteso il codice deontologico e ogni principio dettato dalla professione.
E quella dei sanitari che non intendono vaccinarsi è una situazione tutt’altro che semplice, da gestire. Con le Rsa – ad esempio – che, anche per ragioni come queste, sono costrette a guardare fuori dall’Italia (dall’Est Europa al Sudamerica) per reclutare infermieri.
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