Non bastano 900 borse in più
Al congresso nazionale del sindacato autonomo i giovani Medici Snami stigmatizzano il percorso e la tempistica delle 900 borse in più per la formazione in medicina generale.
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“I contratti aggiuntivi usati come manovra elettorale, a 48 ore dal voto, sono stati un boomerang per chi, in 5 anni, pur avendo investito fortemente sulle specializzazioni, si è dimenticato della medicina generale affondando definitivamente anche il relativo corso di formazione.- tuona Federico Di Renzo, addetto alla presidenza nazionale Snami.-
Da anni il settore attendeva una riforma del corso che lo equiparasse a specializzazione con un rivoluzione copernicana dai contenuti ancestrali. Tutti attendevamo una decisa virata verso una formazione di qualità basata sulla Evidence Based Medicine, sul management, e su contenuti scientifici ed organizzativi innovativi come la telemedicina.”
“Le uniche risposte del ministro-aggiunge Simona Autunnali-tesoriere nazionale Snami- sono stati decreti ministeriali che, a suon di deroghe, hanno vituperato il corso e la sua qualità, creando ulteriori disparità con le specializzazioni e mantenendo illogiche e nocive incompatibilità che hanno impedito la libera professione e tante possibilità formative aggiuntive.”
“A dimostrazione del pressapochismo di chi tiene le fila del tutto-sottolinea Matteo Picerna,vice segretario nazionale Snami,-l’aver procrastinato il corso 2022 al 2023 ,secondo la logica ritardataria degli anni precedenti, è l’ennesimo schiaffo alla categoria, un ulteriore disservizio ai cittadini perché di fatto non mancano solo i medici ma i medici formati, soprattutto in Medicina Generale.
“Un corso diventato un colabrodo normativo-conclude Angelo Testa,presidente nazionale Snami- che ora più che mai ha bisogno di una vera riforma che rilanci la figura del medico di medicina generale ed una formazione universitaria di qualità, senza incompatibilità e con eq