Anno: XXV - Numero 236    
Lunedì 22 Dicembre 2024 ore 13:45
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Successo del concerto con gli strumenti disegnati dal Pordenone

Suggestive atmosfere rinascimentali in S. Maria di Campagna

Successo del concerto con gli strumenti disegnati dal Pordenone

Suggestive atmosfere rinascimentali ieri sera in Santa Maria di Campagna con l’irripetibile concerto (canzoni e danze) proposto dai Solisti del Micrologus con l’Ensamble Le Rose e le Viole (Goffredo Degli Esposti – flauto dritto, traversa, flauto & tamburo, buttafuoco col flauto, sordellina -, Gabriele Russo – lira da braccio, ribeca, viola da braccio -, Maddalena Scagnelli – voce, viella e violino -, Anna Perotti, Gianluca Cavagna, Maria Dal Corso, Lucia Dal Corso), che hanno suonato con gli strumenti disegnati dal Pordenone nella chiesa costruita dal Tramello, soprattutto nella lesena della Cappella di Santa Caterina.

L’evento – rientrante nel programma delle Celebrazioni per i 500 anni della Basilica, promosse dalla Comunità francescana e dalla Banca di Piacenza – è stato seguito da un pubblico numeroso e molto coinvolto, e presentato da Pietro Coppelli, presidente del Comitato organizzatore del V centenario del tempio mariano.

Il programma, caratterizzato da un’ampia panoramica del repertorio tardo rinascimentale, pescando sia dal genere colto che da quello popolare, ha aperto con un ballo (Verçeppe) su musiche di Domenico da Piacenza (1390 ca.-1470 ca., musicista e danzatore alla corte di Francesco Sforza) per viola, flauto e tamburo, e concluso con le musiche di Giorgio Mainerio (nato in Emilia ma attivo in Friuli durante il ‘500 e tra i musicisti più amati del tempo) Putta nera ballo furlano, Schiarazula marazula (per viola e flauto & tamburo e violino).

Tra un brano e l’altro al pubblico è stata spiegata l’origine degli strumenti dell’epoca utilizzati, come la sordellina (una zampogna di corte dal suono delicato), il buttafuoco (un particolare salterio a percussione), la lira da braccio (che deriva dalle viella medievale e scompare dopo il Cinquecento; molto amata nelle corti italiane, perché strettamente collegata ai miti di Apollo e di Orfeo) e la ribeca (strumento ad arco della famiglia delle viole da braccio).

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