Maxi-debito dell’Ordine forense di Napoli vandali nella Camera penale
Su due pareti slogan contro il debito milionario dell’Ordine degli Avvocati
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Sale altissima la tensione a Palazzo di Giustizia per il caso, raccontato nei giorni scorsi da Repubblica, del debito da 1,1 milioni di euro maturato dall’Ordine degli avvocati per tasse, imposte e soprattutto contributi previdenziali non versati sin dal 2008. Ieri mattina, la scoperta choc in tre ambienti della “Piazza Coperta” della cittadella giudiziaria: la sede della Camera penale, la stanza intitolata all’ex presidente dell’Ordine Franco Landolfo e una delle rampe di scale erano state imbrattate con vernice rossa e una scritta offensiva che richiamava inequivocabilmente la vicenda con l’ammontare esatto del “buco”.
Le indagini sono partite immediatamente. Almeno una delle telecamere del sistema di videosorveglianza avrebbe aver ripreso scene utili a individuare l’autore del gesto. Quasi certamente è accaduto tutto nelle prime ore del mattino, quando la “Piazza Coperta” è ancora deserta.
L’imbrattamento dei locali ” è un episodio molto grave che va severamente stigmatizzato e che non va preso sottogamba – commenta la giunta della Camera penale presieduta da Marco Campora – perché sintomatico del pesantissimo clima che si è creato tra gli avvocati del Foro partenopeo a seguito delle omissioni contabili riscontrate presso il Consiglio dell’Ordine di Napoli”.
La Camera Penale non è coinvolta nella vicenda del ” buco”. Secondo la giunta ” è presumibile che l’anonimo writer abbia deciso di cimentarsi nel suo vile e inaccettabile sfregio presso le uniche sale non chiuse a chiave del Tribunale”. Proprio nella giornata di ieri erano stati convocati dall’Ordine decine di professionisti risultati non in regola con il pagamento delle quote per regolarizzare la loro posizione pena la sospensione dall’albo. Una mossa dettata dall’esigenza di scongiurare ulteriori problemi alle casse dell’organismo che potrebbe aver inasprito ulteriormente gli animi.
Aggiungono i penalisti: “È indubbio che quanto avvenuto all’Ordine sia sicuramente spiacevole. Tuttavia, è del pari indubbio che non sono oggettivamente noti solidi elementi di fatto sulla base dei quali ipotizzare eventuali responsabilità di singoli ” . Per sanare l’ammanco, L’Ordine presieduto da Antonio Tafuri ha avviato un piano di rientro con l’Agenzia delle Entrate. Giovedì sera tre consiglieri, Eugenio Pappa Monteforte, Sabrina Sifo e Ilaria Imparato, hanno rassegnato le dimissioni dopo aver proposto istanza di commissariamento dell’organismo e nei giorni scorsi avevano già presentato un esposto in Procura che è al vaglio della sezione Pubblica amministrazione. Il fascicolo è aperto con l’ipotesi di peculato. Al momento non risultano indagati.
Il direttore amministrativo dell’Ordine, attraverso i suoi legali Maurizio Rumolo e Luigi Sena, afferma che “non vi è stata alcuna sottrazione di risorse; la sofferenza contabile, causa delle inadempienze tributarie, si è accumulata negli ultimi anni a causa di minori incassi, prima per il trasferimento di molti avvocati a Napoli Nord, poi per le mancate riscossioni in periodo Covid. Anche a fronte di ciò, il Consiglio ha continuato ad erogare tutti i servizi, senza aumentare la tassa di iscrizione”, conclude.
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