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Riforma delle Pensioni 2023: doppio binario quota 41 e incentivi

Il Governo ha varato il nuovo decreto aiuti per combattere il caro energia e adesso l’attenzione si sposta sulla riforma delle pensioni e su quali misure mettere in campo entro la fine dell’anno.

Riforma delle Pensioni 2023: doppio binario quota 41 e incentivi

Il Governo Meloni è al lavoro su un doppio binario sul fronte pensioni. Da una parte, finestre per l’uscita anticipata chiamata quota 103, grazie ai 41 anni di contributi (ma sarà una quota 41 con paletti di età anagrafica a 62 anni) dall’altra, incentivi per chi decide di restare, con un aumento in busta paga che potrebbe essere anche del 10%. Un modo per non privare il “sistema Italia” di competenze e specializzazioni. Una corsa contro il tempo, comunque. Se non si troverà una soluzione entro dicembre, quando scadranno Quota 102, Ape sociale e Opzione donna, tornerà in vigore la legge Fornero, da sempre osteggiata innanzitutto dalla Lega.

Nelle ultime ore prende corpo l’ipotesi definita ‘Quota 103‘, ovvero la possibilità nel 2023 di andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi. La misura potrebbe costare circa 700 milioni di euro (1,4 miliardi nel 2024) e consentirebbe ad una platea di 45-50 mila persone di lasciare il lavoro in anticipo rispetto ai 67 anni previsti dalla legge Fornero. Ma è probabile che le uscite reali si fermino alla metà della platea (meno di 25 mila persone, dimezzando così l’onere per le casse dello Stato), soprattutto se si deciderà per il divieto di cumulo con il lavoro come è stato previsto per Quota 100. Insomma un primo passo verso la quota 41 per tutti che la Lega ha proposto in campagna elettorale, ma una situazione che non accontenterà i lavoratori.

Lo spazio di manovra e di risorse per le Pensioni è piccolo, anche a causa dei costi per l’adeguamento degli assegni all’inflazione da qui al 2025 che sono ufficiali e per cui serviranno 50 miliardi. Il Tesoro sta quindi pensando all’idea di incentivi che permettano ad un lavoratore che abbia maturato i requisiti di restare al lavoro; in questo caso smetterebbe, come anche il datore di lavoro di versare i contributi e una parte di questa cifra entrerebbe in busta paga con un aumento pulito del 10 per cento.

Riforma Pensioni 2023 ultime news oggi 15 novembre: quota 41, ennesima uscita a scadenza

Ovviamente queste ipotesi di riforma delle pensioni non accontentano i lavoratori, soprattutto perchè non sono strutturali. un nostro lettore, AG, ha fatto una riflessione su questo tema che vi riportiamo e di cui vorremmo sapere cosa ne pensate:

“l tema delle pensioni in 5 anni abbiamo avuto 3 riforme a tempo: quota 100 (62 anni, 38 anni di contributi, quota 102 (64 anni e 38 anni di contributi) e ora si parla di una miniriforma che scadrà a dicembre 2023, detta quota 103. Una sorta di quota 41 con un paletto di età fissato a 61/62 anni. Tutte riforme che scadono come lo yogurt.

La riforma Fornero non viene abolita e rimane sullo sfondo mentre continua la disparità di trattamento tra cittadini. Chi nel 2022, maturata quota 100, si è visto innalzare l’asticella a quota 102 e chi nel 2023 avrà compiuto 64 anni e avrà maturato 38 anni di contributi, e quindi raggiunta la quota 102, dovrà invece andare in pensione con la Fornero. Questi sono i governi del cambiamento ossia cambiano la riforma delle pensioni ogni anno e un povero lavoratore ogni anno si vede slittare in avanti la possibilità di andare in pensione. E pensare che uno Stato serio nel momento in cui un ragazzo entra nel mondo del lavoro dovrebbe con lui stringere un patto dove i termini della sua carriera lavorativa e della pensione siano ben determinati”.

Tratto da Pensione per Tutti

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