Meloni: la lotta alla violenza sulle donne riguarda tutti, sento il mio l’impegno come premier donna
"Questa è una di quelle materie su cui non c'è differenza, su cui non i sono squadre"
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“Questa è una di quelle materie su cui non c’è differenza, su cui non i sono squadre, non ci possono essere distinzioni. E non tra donne di partiti diversi ma tra gli uomini e le donne in questa società”, lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presentazione della relazione della commissione sul Femminicidio della scorsa legislatura.
Meloni, nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, ha tenuto un intervento al Senato della Repubblica, al convegno “I risultati della Commissione Femminicidio al passaggio di testimone: i dati, i temi, gli impegni”, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“Palazzo Chigi farà tesoro delle indicazioni della Relazione”, quella sui femminicidi, “che non posso non sentire come prima premier donna”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, annunciando che “Palazzo Chigi oggi e domani sarà illuminato di rosso e i nomi delle 104 donne uccise nell’ultimo anno saranno proiettati sulla facciata”.
“Su questi temi voglio esserci e voglio esserci con il Parlamento”, “è un tema che ci riguarda tutti e ognuno deve fare la sua parte”, solo così si potrà arrivare “a un tempo in cui sulla facciata di palazzo Chigi non dobbiamo più proiettare i nomi di 104 donne uccise, se quel numero scenderà sarà già una piccola vittoria”.
“Prevenzione, protezione e certezza della pena sono i tre pilastri su cui dobbiamo insistere. È fondamentale un quadro più efficace di politiche di prevenzione e contrasto. È un tema sempre in evoluzione”, ha ricordato Meloni sottolineando che bisogna “potenziare le misure di protezione delle vittime. In molti casi mancano i braccialetti elettronici.
La storia che mi ha colpito di più in questi giorni, purtroppo storia tragicamente recente, è quella di Anastasia Alashri: bellissima ucraina 23 anni, era andata via per scappare dalla guerra con un figlio di due anni, si era rifugiata nelle Marche a Fano e mentre scappava da una guerra ne combatteva un’altra. E’ stata vittima – ha ricordato Meloni – di violenza da parte suo marito. Ha avuto il coraggio di denunciarlo, scatta il codice rosso, va a vivere in un’altra casa, fa un errore, si può definire, torna a casa per prendere quello che serviva a lei e a suo figlio di due anni, litiga nuovamente e viene uccisa con tre coltellate. Il suo corpo è stato chiuso in una valigia e abbandonato nella campagna di Fano”.
Quello della violenza sulle donne “è un problema che sappiamo essere prevalentemente culturale, del quale vanno indagate le ragioni, cercando di comprendere se le norme sono adeguate, giuste, applicate nel migliore dei modi. Questo è il lavoro che ha fatto la commissione, è un lavoro che deve andare avanti, sono fiera del fatto che il Senato, abbia approvato dopo poche settimane dall’inizio della legislatura la nuova commissione che questa volta è bicamerale”. Ha proseguito la premier nel suo intervento, aggiungendo: “Quello che posso e voglio fare io partecipando a questo evento è dire che il governo vuole fare tesoro del lavoro della commissione. Noi – ha concluso – siamo molto concentrati sulla materia della lotta alla violenza contro le donne, alle discriminazioni di genere”.
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