La progettazione Pnrr messa in gara nel 2022 (2 mld.) da sola supera del 75% il valore messo in gara nel 2021 (1,1 mld.) relativo alle opere ordinarie
Boom anche degli appalti integrati: 718 per 1,1 mld di progettazione esecutiva, per 24 mld. di lavori
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Sono questi i dati principali del Report diffuso oggi dall’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria che fa il punto sui bandi di gara relativi ad opere del Pnrr e del Piano nazionale complementare emessi in tutto l’anno 2022, oltre che nell’ultimo trimestre dell’anno scorso.
In totale, nel 2022 sono state pubblicate 2686 per un importo pari a 3,5 mld. di attività tecniche che attiveranno 45 mld. di lavori. Stando al valore della sola progettazione si parla di 2 mld. (2,044 milioni) di euro messi in gara nell’intero 2022, il 75% in più del valore messo in gara nel 2021 per le opere ordinarie. Circa un terzo del valore dei servizi messi in gara passa attraverso gli appalti integrati e moto utilizzato risulta l’accordo quadro. Da rilevare che la quota percentuale riservata ai servizi tecnici (3,5 mld.), rapportata all’importo dei lavori (45 mld.) è pari al 7,7%, un valore dimezzato rispetto al valore medio rilevato da Eurostat (che prende anche il settore privato) pari al 14,7%, a sua volta molto più basso rispetto ad un Paesi come la Germania (22,9%), la Danimarca (25,4%) o la Slovenia (29,7%)
Molto positivo è il commento del Presidente dell’Associazione di Via Flaminia, Giorgio Lupoi: “I dati del Report del nostro Ufficio studi certificano un’accelerazione del mercato rilevantissima per il nostro settore. Era prevedibile ed eravamo preparati: le nostre società hanno raccolto questa sfida, ancora in corso, mettendo a disposizione del Paese il meglio del loro know-how, frutto di investimenti in ricerca e innovazione. Se tutto continuerà così – e ci auguriamo che avvenga, senza tagli sensibili al Programma – si darà un grande slancio al settore delle professioni tecniche, anche in una prospettiva estera perché si compete al meglio a livello internazionale se si è forti nel proprio Paese.”
Per Lupoi, a fronte del trend di mercato assolutamente positivo, non mancano certamente le difficoltà ancora da superare: “ci sono problemi nei rapporti con le stazioni appaltanti che non valorizzano la fase progettuale come si dovrebbe, sono limitate le risorse umane a nostra disposizione: mancano ingegneri, il fabbisogno delle nostre società non trova adeguata risposta. C’è poi il problema della messa a terra dei progetti che saranno predisposti quest’anno: molto è stato fatto a livello normativo per incidere sulla fase di gara, sia pure limitando la concorrenza nei numerosi affidamenti diretti che hanno riguardato gli interventi di minore importo. La risposta delle stazioni appaltanti è stata molto incisiva dal punto di vista dell’accelerazione, con un ruolo rilevante di Invitalia e di grandi stazioni appaltanti come RFI e Anas. Molto si è fatto, sempre a livello normativo, anche per velocizzare gli iter autorizzativi dei progetti con i vari decreti di semplificazione e forse arriveranno a breve anche altre norme per accelerare ancora di più. I risultati positivi sul lato della semplificazione degli iter autorizzativi sono misurabili guardando all’egregio lavoro del Comitato speciale del Consiglio superiore dei lavori pubblici e a quello della Commissione speciale VIA. Adesso bisogna però pensare alla fase di implementazione dei progetti che si stanno predisponendo, perché gli enti attuatori avranno ancora di più bisogno di supporti e il fatto che nel 2022 il 16% delle gare riguardino assistenze conferma questa esigenza. Abbiamo visto anche bandi sporadici di supporto di project management, per tenere sotto controllo tempi e costi della fase esecutiva. E’ un anno e mezzo che lo diciamo: non sarà sufficiente il ricorso all’in house, bisogna pensare ad accordi quadro di project management a supporto delle esigenze degli enti, soprattutto quelli locali. La sfida sarà quindi correre per affidare i restanti interventi e poi fare uno sforzo importante per rispettare i tempi e tenere sotto controllo la spesa pubblica.”
I bandi per soli servizi di architettura e ingegneria – progettazione, supporti al RUP, direzione lavori, collaudi e assistenze tecniche – dopo la partenza in tono minore dell’ultimo trimestre del 2021, nel corso del 2022 hanno visto una crescita costante, con un picco nel trimestre estivo, si è passati dal minimo di 179 bandi, per 172,8 milioni di euro, del primo trimestre al massimo di 806 bandi, per 1.116,99 milioni di euro del terzo trimestre 2022. Infine i bandi rilevati nel IV trimestre 2022 sono stati 621, con un valore di 760,0 milioni di euro.
È innegabile che il passaggio di testimone dal Governo Draghi al Governo Meloni abbia avuto qualche ricaduta anche sull’attività di gara, esplosa nel terzo trimestre e in leggero calo negli ultimi tre mesi del 2022. In ogni caso rimane il dato generale di un ingente volume di servizi di ingegneria e architettura messi in gara, al netto degli appalti integrati nell’ultimo anno: 1.968 bandi per 2.437,0 milioni di euro di valore, corrispondenti a 20,1 mld. di lavori.
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